Maria Lapi, “Tra me e il mare”: la recensione
Si chiama Tra me e il mare e arriva sette anni dopo il debutto il nuovo disco di Maria Lapi. L’album si avvale degli arrangiamenti di Samuele Rampani che, insieme ad Antonio “Cooper” Cupertino, ha curato anche la produzione artistica. Tra i nove brani c’è una cover di Conversazione di Mina.
“Il mare c’è sempre, in ogni mio giorno. Anche nella quotidianità più intensa di Nuoro dove vivo ora; anche nella Milano più indaffarata dove torno spesso, nei passi più svelti e nervosi. Mi basta fermarmi un istante, imbracciare una chitarra, lasciar volare le note: eccolo, il mio mare, il mio altrove più bello.”
Maria Lapi traccia per traccia
Tra le parole apre l’album su note melodiche e meditative. L’impronta, la scrittura sono cantautorali, con leggerezza e patho mescolati con moderazione. L’incanto di un incontro offre spunti leggermente jazzati, sempre con passo ragionato.
Si prosegue con la dolce Madreamante, in cui prevale la chitarra, così come in Bucce di limone, che segue linee dirette con qualche piccola curva qui e là. Molto animat, anche in virtù degli elementi percussivi, C’era da fare, in cui a ingentilire il tutto ci pensa la voce.
Atmosfera molto più soft quella di Stregata dalla Luna, in cui l’intervento più notevole è quello della tromba. Piccolo principe fa riferimento al ben noto libro di Saint-Exupéry, con tratti leggermente fiabeschi.
Ecco poi la title track e primo singolo Tra me e il mare, veloce e molto viva. Si chiude con la cover di Conversazione, resa con l’ausilio degli archi.
Un disco gentile e ben realizzato, quello di Maria Lapi. La cantautrice si avvale di elementi per lo più semplici e ben determinati, utilizzando al meglio le proprie forze per un disco convincente e ben scritto.
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