Matteo Carmignani, “le curve del buio”: recensione e streaming
Dopo aver calcato numerosi palchi con la sua band, per Matteo Carmignani è tempo di ampliare l’orizzonte. Ecco arrivare il momento dell’esordio solista, ecco arrivare l’album Le curve del buio, nato chitarra e voce e prodotto con dedizione, creando un filo conduttore tra gli undici brani che lo compongono. Introspezione, desiderio di conoscere il dolore e di riuscire ad archiviarlo, con la consapevolezza della vera essenza e di quello che deve smettere di illuderci.
Il musicista toscano ha collaborato con Matteo Tassetto alla realizzazione dei pezzi, che sono poi stati prodotti da Fabrizio Simoncioni, che ha suonato le tastiere e scritto le orchestrazioni del disco.
Matteo Carmignani traccia per traccia
Accoglimi come un proiettile nel cuore / io ti salverò / fammi spazio dentro
Maliziosamente sinuoso, il primo brano si intitola Il tempo che non ho. Si parla sempre del tempo che passa, di quanto di bello debba ancora accadere, ma in alcuni casi quello che abbiamo lasciato alle spalle è qualcosa che in qualche modo ci toglie possibilità. Introspezione e desiderio si intrecciano, cercando di sentire in profondità cosa si muove dentro di noi.
Sogna che fa star bene / che poi ti svegli e ti ritrovi a galleggiare tra le scelte che non fai
Sognare come pregare, Quel che rimane incita all’azione per non essere vittime della paura, del tempo che passa, della noia. Rimandare non risolve il problema, lo mette in una cantina che sai di dover svuotare prima o poi. L’atmosfera mantiene la forza, aumenta il ritmo e sa del rock con cui negli anni ’90 si cresceva in fretta.
nasci per morire / ma un po’ per vivere
Le parole che non ti ho detto sono in realtà i gesti che non abbiamo fatto. Un abbraccio, una carezza, un contatto: questo è ciò che manca, questo è ciò che realmente unisce. La melodia diventa quasi supplica, un sentire disperato che se ne frega delle conseguenze.
La tua ilarità è scelta modesta / è la giusta risposta alla mia ipocrisia
C’è un mondo interiore, c’è una ricerca costante, c’è bisogno di provare a comprendere. In tutto l’album, e in Timidamente (il sogno di te). Carmignani racconta quello che pensavamo di aver dimenticato, quello che pensavamo sarebbe passato senza lasciare tracce e senza fare danni. La chitarra elettrica lascia una scia, lasciando scoperto un punto debole, facendo affiorare un ricordo sbagliato.
Quale voce avrai per riempirmi il dolore?
L’amore è tutto carte da decifrare diceva Ivano Fossati, e alla fine siamo sempre tutti lì, a inventarci nuovi modi per cercare di ottenere l’amore che vogliamo, o che non possiamo più. Acrobazie racconta di quei giochi, di quei piani folli per cercare di salvare qualcosa che è già morto. Un falso ritornello, la medesima sensualità di fondo.
Sei il solo istante nella mente che vorrei ora
Lieve è il pensiero di una lei che non se ne vuole andare, che crea una tempesta di suoni squarciata dal desiderio. Ricordi e domande, dolori e sorrisi. L’amore di Matteo Carmignani è tormento e anima, cerca spiegazioni alle domande senza risposta che non si possono lasciare abbandonate.
Si rilassi un po’ / adesso può respirare
Momento di tregua per cuori stanchi, La danza resta a cullare e a dare un po’ di pace mentre la centrifuga di pensieri ed emozioni sembrava quasi farci impazzire. Il brano racconta una storia di rinascita, di nuova luce e di inizi che in realtà erano solo da ritrovare.
Come la luce che rischiara stanze chiuse da millenni di illusioni
La canzone d’amore per la compagna di vita si intitola In divenire. I sentimenti si spengono quando rimangono troppo fermi, in effetti. Si depositano sul fondo, se non li muovi. In questo amore, invece, ci sono viaggi lungo i profili della persona che amiamo, ci sono luci che si accendono quando pensavamo neanche esistessero i giusti interruttori dentro di noi. Un ritmo di fondo che riverbera insieme alla voce dell’artista, che ringrazia la forza, la vita e l’amore.
Salvami e veglia su di me / sul mio dolore
Disemozione arriva forte e chiara: si tocca il fondo, si perde il senso. Il momento in cui abbiamo bisogno di chiedere aiuto, in cui speriamo di veder arrivare una mano tesa a darci conforto e che riesca a salvarci dal nostro dolore. Quando avviene, la rinascita tanto desiderata si compie sul serio.
È un giorno lontanissimo / durato un mondo che / il mondo che ero io
Le dimensioni del giorno riesce a creare una nuova dimensione durante l’ascolto: si riprende fiato, si guarda l’orizzonte, si percepisce che il cambiamento è arrivato. Da dentro, regalando nuovi occhi. Abbandonati i nervosismi della prima metà dell’album, qui la musica avvolge senza travolgere, accompagnando per mano senza rubare mai la scena.
Siamo amanti di una vita che ci uccide lentamente d’illusioni
Il primo singolo estratto dall’album è l’ultima traccia, Il posto al sole. Un punto di partenza che è anche destinazione, quello della consapevolezza che nulla di ciò che ci affanna ha realmente importanza. Beni materiali, illusioni, ideali che non ci rappresentano ma che pensiamo di dover rincorrere. Non resta niente, soltanto pagine: forse la pace che cerchiamo si è sempre nascosta dentro di noi.
Le curve del buio è un esordio che sa di non esserlo. Elegante, cantautorale, sa di rock nostalgico e di attenzione ai particolari. Ogni brano si fonde con il precedente, vivendo perfettamente anche come singolo, verso il posto al sole che meritiamo.