Si chiama 8 cose il nuovo album di Matteo Pascotto, musicista di Portogruaro, che condensa in dieci tracce la propria produzione recente. Tutto è cominciato con una chitarra, una Eko primi anni ’70, la regalò la madre al padre sperando che imparasse a suonarla; lui non lo fece ma lo fece Matteo.
Ecco come l’autore descrive la sua ultima opera: “Questo nuovo album suonerà volutamente molto “live”, è suonato alla “vecchia maniera” per capirci; riprende un pò le fila del primo disco “Ora puoi uscire”. Ho lavorato tanto sui testi, sui suoni e sul groove. Questa volta mi sono lasciato andare anche in riff ed assoli di chitarra, ma sempre con un linguaggio (spero) semplice ed orecchiabile. Io sono un chitarrista che canta. Scrivo in italiano ma ascolto tanta musica d’oltreoceano, quindi non so bene che genere faccio! La fatica più grossa credo sia quella di uscire dalle etichette di genere e fare la musica che senti tu, senza preoccuparsi di compiacere nessuno. Il mio sogno è quello di poter fare una musica pop, leggera, che arrivi all’ascolto di tutti ma con la sensibilità del blues e del jazz…tutto questo scrivendo in italiano… Questo nuovo album avrà un sapore molto morbido e nostalgico ma, essendo pieno di chitarre, graffierà un po’!”
Matteo Pascotto traccia per traccia
Dopo l’introduttiva Fuoco che brucia, si parte con Tutta la notte, pezzo con attinenze soul-blues e qualche declinazione melodica e morbida. Morbidezza che si ritrova anche in L’enciclopedia del saluto, ritmata e punteggiata da un drumming maggiormente protagonista.
Relazione falsa porta in evidenza la chitarra elettrica fin dale prime battute, rivelandosi un po’ più spinosa delle canzoni precedenti. Si rallenta con Non sei tu, che plana su pianure di blues elettrico ma tradizionale. La tua armonica procede su binari molto classici e melodici.
Mal di schiena e problemi relazionali sono il centro di Tu che sai sognare, altra ballata, questa volta dai toni romantici. So che cosa sei torna alla chitarra e a un andamento vivace. Molto più pacifica L’amore che sa perdonare, effettivo ultimo pezzo prima della ripresa di Tutta la notte.
Gli stilemi del songwriting soprattutto angloamericano sono particolarmente evidenti nella scrittura di Matteo Pascotto. Il risultato è un disco non di originalità eclatante ma dotato di stile, eleganza, ben scritto e ben suonato.