Harem è il nuovo lavoro firmato da Met Fish, beatmaker che ha cercato di infondere un tocco di horror alle cinque tracce dell’ep. Lo abbiamo intervistato.
Chi è Met Fish?
Sono un MC e Beatmaker con una forte dipendenza dalla musica. Mi rende più felice e meno solo. Il mio percorso musicale è iniziato nel 2006, inizialmente facevo i graffiti, successivamente, a seguito dell’ascolto di dischi come Tradimento di Fabri Fibra e chi more pe me dei Co’Sang, ho deciso di dedicarmi completamente alla scrittura e alla produzione.
Da quali ispirazioni nascono i cinque brani di Harem?
Per la produzione dei brani ho tratto ispirazione dai film horror degli anni ’80, per esempio nel caso della traccia Baphomet il sample principale è di Mario Bava, invece Jeff the Killer è ripresa da un cortometraggio horror. Gli altri brani li ho prodotti dopo una lunga ricerca dei campioni.
Questo ep è la fotografia di questo momento oppure comprende brani meditati a lungo?
I brani di Harem sono stati figli di un periodo negativo che ho vissuto. Per produrlo mi sono isolato dal mondo che mi circondava e ho deciso di concretizzare le idee che avevo. I toni cupi riflettono a pieno il malessere che ho provato. La scelta dei samples non è stata casuale. Durante la fase di digging ho prestato molta attenzione ai suoni da campionare.
Quali sono i tuoi punti di riferimento musicali?
I miei riferimenti musicali sono tantissimi, cerco di ascoltare ogni giorno generi diversi. Periodicamente ho degli artisti che influenzano il mio percorso creativo: quelli attuali sono Daringer, The Alchemist, tutta la Griselda Records, A Tribe Called Quest e Common.
Quali saranno i tuoi prossimi passi?
Ho approfittato della quarantena per scrivere e produrre musica, nei prossimi mesi pubblicherò altri beat-tape, un ep Dustep co-prodotto con due ragazzi inglesi e infine due ep in cui sarò sia alle produzioni che al microfono.
Met Fish traccia per traccia
La prima traccia è una lenta ma piuttosto avvolgente e inquietante Jeff The Killer, che cita Sweet Dreams e prosegue per le proprie strade.
Un recitato apre Baphomet, per un pezzo che lavora con attenzione a un’atmosfera ricca di tensione e adatta alla colonna sonora di un film horror.
Un po’ più sognante l’atmosfera di Brainstorm, che rilassa i toni, introduce una voce femminile e un sax, per seguire percorsi del tutto notturni.
Il riff di Dream on apre una Caronte che si fa dolce ma dinamica. Ultimo brano dell’ep è Melancolia, in cui ritornano echi femminili e suggestioni lontane, con un po’ di nostalgia sparsa.
Un assaggio interessante, quello costituito da questi cinque brani, delle possibilità di sviluppo che Met Fish può mettere in campo, con buona creatività.