Quattro tracce tra acustica ed elettronica per un ep omonimo (recensito qui): i Mezzo Preti sono un duo milanese con ispirazione folk, composto da Annaluisa Giansante e Francesco Adessi. Abbiamo rivolto loro qualche domanda.
Potete riassumere la vostra storia fin qui?
Il progetto Mezzo Preti nasce poco più di un anno fa, da una non ben definita voglia di scrivere qualcosa che parlasse del quartiere “Mezzo Prete”, la zona di nascita di Annalu, a Montesilvano (Pescara); una sorta di ricerca della memoria storica delle origini. Il resto è successo perché la pubblicazione del singolo ha fortunatamente aperto, senza troppi sforzi, una serie di porte. Da qui lo stimolo assoluto a creare una vera e propria strada.
Come sono nate le canzoni dell’ep? Lunga meditazione o guerra lampo?
Entrambe le cose. Diciamo che le canzoni finite all’interno del’ep facevano parte di un roster di brani più corposo (alcuni dei quali finiranno nel disco completo). La scelta di inserire proprio quelle tracce è stata abbastanza casuale. Paradossalmente “Wow” e “ Canzone d’amore per una puttana” sono tra le ultime arrivate.
Quali sono state le difficoltà maggiori che avete incontrato nel realizzare il disco, se ci sono state?
Nessuna in particolare se si escludono gli “accesi” scambi di punta di vista tra noi due su alcune scelte durante la stesura degli arrangiamenti, finiti sempre a brindisi di birra e pepsi.
Mezzo Preti: eliminando facili ipocrisie
Come nasce “Canzone d’amore per una puttana”?
Nel tratto di strada che congiunge Cologno Monzese (lavoro) a Bernareggio (casa), c’è una zona dove risiedono abitualmente delle prostitute. Le vediamo ogni sera; diciamo che fanno ormai parte del nostro viaggio di ritorno. Una sera qualunque mi è venuta in mente (Francesco), la storia di un uomo qualunque che evade per mezz’ora dalla sua routine familiare, con un coinvolgimento un po’ troppo in là dalla semplice evasione di una sveltina e via.
L’orgasmo e la follia di volere vedere morti gli affetti della propria vita, e il paradosso di lavarsi le mani dei propri macabri pensieri tramite una confessione religiosa. Credo che se scaviamo dentro di noi (eliminando facili ipocrisie), tutti potremmo per un istante vivere questo tipo di sensazione anche in situazioni diametralmente differenti.
Perché avete scelto di fare la cover di “Forma e sostanza” dei CSI?
Sicuramente perché il testo è senza tempo, e i testi per noi Mezzo Preti sono fondamentali. In seconda istanza, perché avevamo voglia di metterci alla prova su un brano “istituzionale” per i più, ma riportandolo al nostro sound. Terzo perchè è una delle canzoni italiane che ci piacciono di più in assoluto.
Potete raccontare la strumentazione principale che avete utilizzato per suonare in questo disco?
La parte elettronica della ritmica (groove, drum, etc…) è stata realizzata tramite un approfondito lavoro di sound engineering su campioni, e sviluppata tra Cubase 8.5, Pro Tools 11 e Ableton Live. Così come anche gli arrangiamenti, la pre e la post produzione. Le voci sono state registrate con microfoni Microtech Geffel e Neuman U87, in pre Focusrite Isa 470 o Golden Age 73. Stessa cosa per le acustiche (Adessi – Petrini) e i violini (Gatto).
I bassi sono passati in pre Api 510 o Golden Age 73 (Scansani – Campanale). Le chitarre elettriche sono state registrate per la gran parte con il Kemper (Petrini). Mix e mastering sono stati realizzati da Marco D’Agostino tranne “Forma e sostanza” mixato da me (Francesco). La realizzazione è durata un mese e mezzo circa, suddivisa tra Phonogram Music (arrangiamento, recording, pre e post produzione), Frums Studio (recording bass Mezzo Preti) e 96 Khz Studio (mix e mastering). Tra parentesi i musicisti che hanno suonato nell’ep!
Chi è o chi sono gli artisti indipendenti italiani che stimate di più in questo momento e perché?
Fra: Brunori su tutti. Da fan sfegatato di De Gregori, risento in lui l’amore e la forza per il ritorno alla canzone d’autore epica ed emozionale. Mi piacciono molto anche Calcutta e Joan Thiele, che stanno entrando nelle radio con prodotti forti e originali senza passare dal tritacarne dei talent. Sicuramente un buon viatico per il futuro
Annalu: Brunori, Giuliano Dottori e Wrongonyou, perchè quando ascolto le loro canzoni chiudo gli occhi e vedo tutte le storie raccontate d’avanti a me. Sono come un libro che ogni volta ho il piacere di leggere più e più volte.
Potete indicare tre brani, italiani o stranieri, che vi hanno influenzato particolarmente?
Fra: Due zingari di Francesco De Gregori, Jungleland di Bruce Springsteen e La sera dei miracoli di Lucio Dalla.
Annalu: Talk show host dei Radiohead, Winter di Tori Amos, Teardrop dei Massive Attack.