Mike Messina pubblica (e autoproduce) Intorno a me, esordio da cantautore elettrico/elettronico. Nato a Palermo nel 1981, ma trasferito in Toscana nel 2009, trasferisce i propri pensieri su tredici canzoni che fanno appello alla tradizione cantautorale italiana senza però disdegnare le sonorità contemporanee. Il disco è stato registrato presso il Sonoria Recording Plant di Prato nel corso del 2017.
Mike Messina traccia per traccia
C’è il pianoforte nell’Intro del disco, ma anche una chitarra che balugina sul fondo. Poi entra il drumming e la voce e si passa a una vivacissima Non so più, incalzante e ricca di intuizioni interessanti. Si prosegue con Apertamente immeritato, che ha una sostanza rock che si completa però con un testo cantautorale e da un background elettronico. Stille di ispirazione da Battiato sono subito evidenti, così come qualche somiglianza vocale con il maestro catanese.
Ecco poi Intorno a me, la title track, che passa a quadri molto più melodici e malinconici. La canzone poi si anima in un contesto molto più elettrico, ma mantiene uno sguardo velato di tristezza. Sentimento che si dissipa in Aspettami, più vivace e aperta da una chitarra in vena di assoli.
L’uomo a pezzi decide per una velocità controllata e per un mood narrativo. Tutto ok se la prende con un certo atteggiamento tipo “non vedo, non sento, non parlo”, nel mezzo di un flusso guidato dal lavoro del basso elettrico. Ammissione di responsabilità si affida al pianoforte e alle metafore per una canzone molto pacifica e classica.
Si procede poi con Martina, canzone vivace scelta come singolo, in cui di nuovo elettronica e cantuatorato dialogano in modo efficace. Perle (nei mari) ha un’evoluzione sintetica che di nuovo spinge nel giro del primo Battiato. Trovare ha più facce: ora mossa ora più tranquilla, fino a una conclusione con la chitarra in evidenza. Infinito istante invece si mantiene su modalità melodiche per tutto il percorso. Professioni di ottimismo pop concludono il disco con Bene o male.
Buon esordio per Mike Messina, che mette in mostra doti di composizione notevoli. Forse un produttore “illuminato” avrebbe migliorato ulteriormente le canzoni e il disco nel proprio complesso, ma i primi passi sono mossi nella direzione giusta.
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