miniatures#TRAKSTRANGERS oggi ospita il debutto di una band neozelandese, i Miniatures, con il loro Jessamine, intriso di sonorità shoegaze. Dal 2012 Ché Walden e Annemarie Duff confezionano brani dall’atmosfera evocativa. La band, completata da Chris MacLean al basso, si è rivolta al produttore di Melbourne Matthew Hosking per registrare il loro LP di debutto, in uscita su Saint Marie Records.

Miniatures traccia per traccia

Parte da un posto lontano e indefinito Try, la prima traccia del disco dei Miniatures, che inizia a introdurre i panorami ora sognanti ora determinati della band neozelandese. La seconda canzone è la title track, Jessamine, palese architrave del disco, che inizia su toni shoegaze per poi trovare appigli più solidi e legati al rock, pur su atmosfere ricche di riverberi, con l’andare delle battute.

To the Lake si porta in ambienti più morbidi, con sentimenti di malinconia che emergono soprattutto dagli accordi della chitarra. Form into soft and wild trattiene l’ascoltatore su lidi tranquilli, con panorami leggermente ondeggianti e l’atmosfera dreamy che prende il sopravvento.

Ci sono battiti e ritmi più alti in Dust, ad affiancare i cori e una chitarra elettrica in costante attività. Una volta che la polvere si è depositata, parte Without Saying, riproposizione di atmosfere elettriche, questa volta con tempi sempre più accelerati.

Si gioca con suoni più duri in Honey, che sembra abbracciare anche qualche idea propria della prima ondata della new wave europea. Ritmi medi e altri bagni elettrici su What You Want, mentre Silent Tide si disegna con un mood malinconico, tra sfumature e trasparenze sonore.

Slow tiene fede al proprio titolo, ma senza rinunciare a volumi che si alzano progressivamente, seguendo le voci verso l’altro. Anche la chiusura, con Standstill, diffonde una potenza tranquilla allargandosi su distese dreamy.

E’ un buon debutto Jessamine, opera prima del trio neozelandese che cerca la propria nicchia di inclusione con lo stile ormai classico dello shoegaze. I Miniatures non si spostano troppo dal “canone” del genere, ma lo applicano in canzoni molto suggestive e costruite in modo solido.

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