Camminando sul filo, Missincat torna sul luogo del delitto: quattro anni dopo il disco precedente, Caterina Barbieri ha sfornato un disco originale e sorprendente, Wirewalker. Le abbiamo rivolto qualche domanda.
Sono passati quattro anni da “Wow”: che cosa ti è successo, in termini musicali, in questo lasso di tempo?
Sono stata molto in tour, ho scritto pezzi nuovi, con la voglia e il desiderio di esplorare nuovi mondi. Ho assecondato il mio desiderio, mi sono spinta un po’ oltre provando nuove cose, ma è un processo che non finisce mai, sono molto contenta del disco ma già non vedo l´ora di scrivere cose nuove, ancora diverse.
Hai dichiarato che per questo disco hai deciso di cedere parte del controllo sulla tua musica: perché e come è andata?
Per non rimanere uguali a se stessi tutta la vita, bisogna cercare in parte di dimenticare da dove si viene, solo allora si capisce dove si vuole veramente andare…
Il controllo mi tiene ancorata a ciò che conosco, dove mi sento al sicuro. Perdendo il controllo sono riuscita ad osare di più, libera da schemi.
Hai collaborato con due produttori per “Wirewalker”, Berend Intelmann e Johannes Saal: perché hai scelto loro?
Sono state entrambe due esperienze creative molto belle. Con Johannes Saal ho fatto una prima produzione del disco, molto morbida ed evocativa, poi ho continuato a lavorare con Berend, con lui abbiamo lavorato molto di più sulle dinamiche, esasperandole, abbiamo cercato di rendere i pezzi più grandiosi, e più moderni.
Ora nel disco ci sono entrambe queste anime, una morbida e una più sfacciata, ma si fondono perfettamente.
Hai utilizzato un range più vasto di strumenti per questo disco: come hai affrontato l’esperienza e che cosa ti ha regalato?
Sicuramente diverso, ho scritto molto al pianoforte, che è predominante, abbiamo usato molto gli archi, timpani da orchestra e synth bass profondissimi, tutti suoni avvolgenti ed importanti.
Mi incuriosisce molto “Pirates”: qual è la genesi della canzone?
Pirates è stata prodotta due volte o forse si potrebbe dire tre, diciamo che non riuscivamo a smettere di lavorarci, continuavamo ad avere idee e abbiamo avuto la fortuna di avere il tempo per realizzarle.
Quella dei Pirati è un’immagine metaforica, i pirati di questa storia meditano nelle loro menti di mettere in atto azioni molto allettanti ma non proprio lecite. Ora hai una chiave di lettura..il resto puoi dedurlo dal testo! (rido)