Modern Beat Experience: intervista e recensione

Modern Beat Experience è un progetto cantautorale in chiave elettronica nato in seno alle Officine Musicali Sassari. Antonio Maciocco racconta, in una sorta di viaggio evocativo, la genesi dell’isola della Sardegna prendendo liberamente spunto dal romanzo di Sergio Atzeni Passavamo sulla terra leggeri. Gli abbiamo rivolto qualche domanda.

Ci vuoi raccontare qualcosa di te?

Sono Antonio Maciocco, tastierista, trombettista, producer. Arrivo dalla Sardegna e come musicista mi occupo fondamentalmente di elettronica, suono infatti in alcune band di electro rock (Mac and The Bee) oltre ad avere dei progetti solisti, sia di produzione sia, come in questo caso, di cantutorato elettronico. Oltre a essere anche DJ.

Come ti è nata l’ispirazione per raccontare la storia della Sardegna facendo uso di elettronica?

Sono sempre stato molto affascinato dalla nostra storia, e qualche anno fa ho letto Passavamo sulla terra leggeri di Sergio Atzeni, uno scrittore sardo scomparso prematuramente. Il libro mi ha dato una chiave di lettura differente. Ho preso spunto da lì.

L’elettronica è il mio linguaggio musicale, per quanto nel disco suoni anche il pianoforte e la tromba. Provengo da band che suonano elettronica, quindi mi viene naturale usare determinate strutture e strumenti come mezzo di comunicazione musicale. Poi qualche anno fa ho ascoltato DIE di Iosonouncane, mi ha letteralmente spiazzato, lo trovo fantastico.

Ci vuoi raccontare qualcosa riguardo le lavorazioni del disco?

In realtà il disco è un percorso di diversi anni, dato che contestualmente suono con altre band (come i Mac and The Bee, di cui avete parlato circa un anno fa :)) ed il tempo a disposizione è quello che è, purtroppo.

Il disco nasce dall’idea di accostare a ogni brano un’immagine, nel formato 12X12. In origine i brani dovevano essere 12, infatti, ma ho deciso di non inserirne due. Non per ora almeno. L’idea è quella di stampare l’elaborato in una sorta di book fotografico da sfogliare e guardare durante l’ascolto. Sul canale YouTube dedicato ogni brano è accompagnato da una foto, molto rielaborata, per lo più relativa ad angoli della Sardegna.

C’è qualche artista elettronico italiano contemporaneo che ti piace particolarmente?

Be’, sicuramente Iosonouncane, credo che sia uno dei più affascinanti e completi. Cito però anche Nociva Project, che penso sia un grande producer e poi la mia band, ovviamente, i Mac and The Bee.

Quali saranno i passi futuri di Modern Beat Experience?

Penso a Modern beat Experience come un progetto in divenire, non è da escludere la possibilità di metter su una band per presentare il disco dal vivo, e da quello far nascere anche altro, ma i concerti, almeno per ora, non sono una necessità.

Sicuramente mi piacerebbe lavorare ad una sorta di proseguo relativo alla storia della Sardegna, come si è sviluppata, gli intrecci e le contaminazioni che sono possibili grazie alla sua posizione ma al tempo stesso l’incredibile capacità di mantenere salde certe tradizioni. Non mi dispiacerebbe collaborare, in questo senso, con altri compositori e far sì che nasca un progetto di contaminazione pura. A priori non escludo nulla.

Modern Beat Experience traccia per traccia

Il disco si apre con Rive del tempo, prima traccia con una certa base elettronica consistente e con una certa inquietudine che filtra.

Walking on Cowper road ha un beat molto serrato e molta oscurità che filtra. Chissà come si pronuncia Kadossene, movimenti piuttosto massimalista di sensazioni elettroniche con elementi techno.

Più lineari e fluidi i movimenti che si registrano all’interno di Così semplice, malinconica e con la tromba sul sottofondo di un brano piuttosto cinematografico.

Contrasti fin dall’inizio di Arriva da Oriente, che ha un movimento disciplinato ma molto marcato. La vocalità ha qualcosa di IOSONOUNCANE, che condivide la provenienza regionale con Maciocco e di cui si dichiara ammiratore.

Esperienze elettroniche molto evidenti e dinamiche quelle che si registrano all’interno di Flying to UK. Nome non casuale quello di Greta, episodio più minimal, molto oscuro, con qualche tratto di antichi CSI.

Fiati inquieti si appalesano all’inizio di Soft Kick, che vede crescere molte istante sonore al proprio interno.

Ambient Evolution tiene fede al proprio titolo, muovendosi con calma su un background elettronico morbido ma dalle tinte scure.

L’album si chiude con Kiengir, che oppone percussioni semplici ma determinate a sonorità quasi orientali.

Un disco per certi aspetti sorprendente, quello messo sul piatto e firmato Modern Beat Experience, che unisce elementi apparentemente lontani. Il risultato è spesso molto fluido e interessante.

Genere: elettronica

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One thought on “Modern Beat Experience: intervista e recensione”
  1. Kadossene, ovvero “La pantofola degli dei” o “Il sandalo sacro”, oppure Sandalia (Impronta di Dio), Ichnusa ovvero Sardegna.
    https://youtu.be/HypYQA5t2Is

    Dovrebbe avere l’accento sulla prima e KADOSSÈNE: Tra i tanti nomi che la Sar- degna ha avuto in passato c’è anche quello, suggeri- to dalla sua forma, di Kadossè- ne, che in greco significa “pan- tofola degli dei”

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