Moruga, “Gallardo”: recensione e streaming
Gallardo è il titolo del primo full lenght dei Moruga, formazione post funk
bergamasca, seguito di “Sauce ep” (2016), registrato nell’agosto 2017 tra Bologna e Reggio Emilia, tra Zona Roveri e il Kaboom Studio.
Moruga traccia per traccia
Si parte da Hey!, schierata anche come singolo: l’introduzione è energica e già piuttosto noncurante delle separazioni fra generi, visto che si viaggia agevolmente dal funk al rock.
Molto rumorosa l’apertura di Sound of the Fall, che tuttavia mostra di avere una serie di sfumature e di possibilità, abbassando i toni, a parte che per un drumming rumoroso e continuo.
Piuttosto urlata ma anche molto anni ’90 Burning Man, che opta per suoni diretti e puliti.
Si torna a suoni più black e funk con Foreword, che ha un groove spiccato e un finale potente. I Don’t Give a Funk con il featuring di Hasma parte subito con i giri alti del motore e sfocia in sprazzi di hardcore.
Roboduck si allunga oltre i sei minuti per un pezzo molto “suonato”, con ritmi alti e fasi diverse, quasi fosse una suite funk.
Più contenuta 4 minutes of Hate (ma comunque sono cinque minuti e venti, ma magari gli ultimi 1 e 20″ non sono di odio): acidina e incazzatella, la canzone si muove rapida su ottime linee di basso.
Sweet-sound Stereo presenta un lato più soft della band: qui siamo quasi alla rock ballad, tra risonanze, intimità e la voce che risuona in spazi ampi e vuoti.
Si chiude con Motorchina, ultimo pezzo particolarmente vibrante, che parte dopo un minuto e mezzo di ondeggiante Intro.
Buone le miscele che i Moruga servono nell’album: il rock e il funk congiurano per un disco rapido e a volte spiazzante, ricco di ottani e di passione.