Murubutu, “Tenebra è la notte e altri racconti di buio e crepuscoli”: la recensione

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Esce per Mandibola e Glory Hole records il nuovo album di Murubutu. Tenebra è la notte e altri racconti di buio e crepuscoli. Questo nuovo disco è il quinto tributo di Murubutu al connubio fra musica rap e letteratura nonché il suo terzo concept album. I brani che lo compongono hanno tutti un comun denominatore: la notte.

La via alternativa al rap da parte di Murubutu parte dalla parafrasi, nel titolo, dell’opera di Scott Fitzgerald. Le produzioni sono affidate in gran parte a beatmakers della scena hip hop nazionale (Il tenente, Dj West, XxX -Fila, Swelto, Dj Fastcut, SuperApe, R-Most) noti per il loro suono classico e caldo.

Alcune produzioni sono impreziosite da interventi strumentali di musicisti reggiani come Emanuele Reverberi (Giardini di Mirò) e Stefano Castagnetti (Ico).
Gli ospiti al microfono, oltre ai soci di sempre (La Kattiveria e Dj T-Robb) e a due talentuose voci femminili (Daniela Galli, Dia), sono Caparezza, Mezzosangue, Claver Gold, Willie Peyote, Dutch Nazari.

Murubutu traccia per traccia

Si parte da Nyx-introduzione: la celebrazione della notte (nyx, appunto, in greco) inizia con un pezzo gutturale, inquietante senza eccedere, che apre le porte sull’oscurità.

Molto più serrata la seguente Buio, che vede la partecipazione di Dj T-Robb, con immagini di guerra. Ma non sono le guerre tecnologiche e “chirurgiche” a occupare l’interesse: questa è guerra di trincea, fredda perché gelata, senza lieto fine.

C’è una storia d’amore al centro di La vita dopo la notte, con un giro al pianoforte e un ritornello quasi pop nel proprio struggente romanticismo.

C’è Mezzosangue nella seguente L’uomo senza sonno, molto incisiva e rockeggiante, con la chitarra elettrica che armeggia sullo sfondo, trasmettendo sensi di minaccia.

La stella e il marinaio si fa più morbida e salata, con un ritmo cadenzato che risulta poi alterato dalle variazioni e dagli scratch un po’ vintage del finale.

C’è Caparezza a duettare su Wordsworth, che cita l’omonimo poeta romantico inglese e colora di romanticismo (in senso letterario) le immagini fittissime che piovono nell’arco del brano, al suono del mandolino.

Storie di partenze ne La notte di San Lorenzo, pioggia di stelle e di parole di carattere malinconico e nostalgico, con qualche scintillio elettronico a illuminare il cielo.

Dostoevskij e Claver Gold sono i nomi che caratterizzano Le notti bianche, anche se i movimenti urbani descritti dal brano sembrano molto più vicini alle nostre città che ai panorami ottocenteschi di San Pietroburgo.

Storie che vanno sull’intimo e sul rapporto, non sempre facile, fra sogni e realtà in Ancora buonanotte, con il featuring di Daniela Galli e con sapori sonori un po’ 80s.

Doppia collaborazione su Occhiali da luna: ci sono Dutch Nazari e Willie Peyote all’interno di una canzone piuttosto urban e cupa, tra citazioni da Vasco e un mood molto sciolto e una depressione morbida e avvolgente.

C’è la Riforma protestante in Francia al centro della narrazione de La notte di San Bartolomeo, in un esperimento difficile ma riuscito per far andare d’accordo la Storia con la musica già nota come “leggera”.

Franz e Milena mette al centro del discorso il rapporto tra Kafka e la Jesenka: storia d’amore singolare e soprattutto epistolare tra lo scrittore e la sua amata, che però non volle lasciare il marito e finì per morire in un campo di concentramento, nel 1944.

Si scratcha e si sporcano le tracce in una molto heavy Omega Man, con La Kattiveria e Dj T-Robb, che riempie i cieli di elettricità e di minaccia.

Tenebra è la notte, con Dia, è forse il brano più “hip hop” di tutto il disco, con una certa impronta tradizionale, anche nel duetto tra voce femminile e maschile. Violino e malinconia per Nyx – La conclusione.

Stupisce sempre un po’ Murubutu, non soltanto per l’indubbia abilità tecnica, ma anche per la capacità di mostrare come non sia obbligatorio utilizzare l’hip hop soltanto per fraseggiare su argomenti di uso quotidiano.

Che, sia ben chiaro, non è un crimine: solo che si può fare anche altro, almeno ogni tanto. E Murubutu, che pure non è il primo a farlo, lo fa molto bene, convinto, aderente alla realtà e al contemporaneo, in modo interessante e intelligente.

Genere: hip hop

Se ti piace Murubutu assaggia anche: Dutch Nazari

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