Occhi bassi e chiusi, sorriso, una mano d’oro. E’ un momento difficile, tesoro è il nuovo disco di Nada (Woodworm Label / distr. Artist First). Il nuovo lavoro vede il ritorno alla produzione di John Parish (già produttore di PJ Harvey, Eels, Giant Sand, Afterhours ed altri), che torna al fianco di Nada dopo il lavoro fatto nell’album Tutto l’amore che mi manca (2004).
Album in cui si ritrova la vita, il pensiero e l’amore di cui Nada è capace, È un momento difficile, tesoro è stato anticipato dall’uscita del singolo Dove sono i tuoi occhi, accompagnato da un videoclip, diretto da Francesco Cabras, girato al Macro-Asilo, museo di arte contemporanea di Roma, seguito dal secondo brano estratto, la title track È un momento difficile, tesoro.
Contemporaneamente all’uscita del disco, annunciate anche le prime date del tour di presentazione.
08.03 Arezzo – Karemaski
09.03 Rivoli (TO) – Circolo Della Musica
15.03 Bologna – Locomotiv
29.03 Messina – Retronouveau
30.03 Palermo – I Candelai
06.04 Livorno – The Cage
07.04 Milano – Magnolia
13.04 Ravenna – Bronson
19.04 Roma – Monk
Nada traccia per traccia
Chitarra e, soprattutto, voce nell’apertura di E’ un momento difficile, tesoro, la title track che apre il lavoro su immagini depresse (“E’ una vita/è una bottiglia” oppure “da quando il cuore non mi segue più/ho troppe cose/nessuna che mi tiri su”), su emozioni anche brusche ma anche su suoni che non si lasciano abbattere difficilmente.
Brandelli narrativi trovano compimento in All’ultimo sparo, canzone piuttosto curiosa e fantasiosa, con qualche spunto quasi psichedelico.
Si rallenta con Due giorni al mare, ballad elettrica guidata dalla risacca, che però ha un twist improvviso, con il lavoro del basso che viene in superficie.
O Madre è in qualche modo la canzone più importante del disco, sia per i risvolti autobiografici, sia per la forza espressiva che il cantato di Nada infonde al brano. Una nascita al contrario che ha qualcosa di rituale e sciamanico.
Il singolo Dove sono i tuoi occhi poi libera la sua forza abrasiva, molto concentrata sull’interpretazione versatile della cantautrice.
La seconda parte del disco parte da Disgregata, dichiarazione di (auto)distruzione esposta però con una grande tranquillità e forse un senso di ineluttabilità. Si chiude con una pattismithiana preghiera sciamanica finale.
Siamo in territorio PJ Harvey invece con gli accordi di chitarra che aprono Stasera non piove, con un cantato regolare ma in crescita, fino all’estuario naturale che sfoga collere sopite.
Macchine viaggianti è un rock mobile e in salita, senza strappi eccessivi e con un senso di liberazione sul finale.
Vocalizzi lontani aprono la particolare Lavori in corso. Ma Nada non si è messa a guardare i cantieri: si parla di attentati e di sangue, in un brano un po’ schizofrenico per la musica “leggera” e il testo che parla di questioni sofferte.
Si chiude con una sorta di autocitazione: Un angelo caduto dal cielo però non porta con sé quel sapore frizzante che aveva l’antica ma mai dimenticata Amore disperato. Anzi qui siamo di fronte a una sorta di preghiera rallentata e molto intima.
Difficile mantenersi ad alti livelli per tanti anni. Ma Nada non si è limitata a far questo: ha cercato i propri limiti e ogni volta li ha superati. Questo disco, nonostante le proprie inquietudini sonore, è soprattutto una conferma, l’ennesima: finché ce n’è, Nada non si tira indietro, spacca tutto e ricomincia da capo ogni volta.
Genere: cantautrice
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