Influenzati dallo shoegaze della prima ondata (Slowdive, My Bloody Valentine, Ride, Catherine Wheel), sia da quello più recente (DIIV, Jesu, Nothing, Alcest, Sadness), i neraneve pubblicano un ep omonimo di debutto. I cinque brani di neraneve sono un concentrato di melodie e cantati affogati nel riverbero, strutture dei brani che spaziano dal post-rock al dream-pop, soluzioni elettroniche e una drum-machine a sorreggerli.
L’autoproduzione è stata un’esigenza anche espressiva; ha consentito di poter sperimentare in tutte le fasi, alla ricerca di un suono il più vicino possibile all’umore e all’attitudine del momento
Neraneve traccia per traccia
Si solleva il vento sulla prima traccia, ed è un vento profondamente nostalgico e malinconico, ma anche piuttosto potente dal punto di vista sonoro, con capacità evocative intense.
Decolla in fretta quasi niente, che alza il volume e rafforza le sonorità, in un percorso al galoppo in mezzo a praterie elettriche. Una storia di attese e di vibrazioni che si concretizza senza pause.
Rallenta bruscamente atmosfera, che sovrappone sonorità con effetti di spaesamento. Passo medio e un umore non proprio brillantissimo quello che traspare da Grandine, che tuttavia si mantiene a galla regalando qualche lampo di chitarra.
Ultimo episodio del lavoro è Ologramma, che convoglia gli ultimi riverberi seguendo una linea netta dettata dal drumming.
Ottimo lavoro per i neraneve, che concentrano qualità e istinti in un lavoro breve ma non per questo meno significativo.