Nervi, “E Poi Svegliarsi Presto”: recensione e streaming
Lo si attende da un po’ l’esordio di Nervi su album: E poi svegliarsi presto è il primo disco del cantautore toscano, in uscita per Pioggia Rossa Dischi: una lettera aperta, diretta e riflessiva, che cattura l’essenza della generazione contemporanea, sospesa tra nostalgia, frustrazione e ricerca di autenticità, in un mondo complesso e contraddittorio.
Nato dalla scena underground fiorentina, Nervi combina dark pop e glam rock per esplorare il contrasto tra aspirazioni di grandezza e la realtà frammentata delle città moderne. Nel 2020 vince Primo Maggio Next, Musica da Bere e il Premio Buscaglione. Nel 2022 partecipa a X Factor, nel team di Ambra Angiolini e nel 2023 è finalista a Musicultura. Il 2024 segna un nuovo capitolo artistico, con l’uscita dei singoli La Noia Mortale, Non Ho Sete, Bevi troppo e Quanto È Difficile Amarsi In Una Grande Città.
Nervi traccia per traccia
Apertura con chitarra acustica che fa giri stretti su La Vita Dei Sogni: il tragic pop di Nervi qui si presenta con una faccia un po’ meno tragica. Si finisce in modo corale e abbastanza movimentato.
L’aria si fa subito più scura con La Noia Mortale, che ribalta i concetti di alcune negatività, mentre l’atmosfera si fa più elettrica e ricca di tensioni.
Quanto è difficile amarsi in una grande città recupera il pathos della ballad di ampio respiro, con pianoforte e voce che incalza: “vorrei parlare d’amore/farlo senza mistero”. Eppure un po’ di mistero rimane sempre nei testi di Nervi, il che giova anche a un fascino complessivo dei brani. Finale corale alla Vasco.
Questioni di magrezza e di amore che mastica la pelle in Forse siamo solo troppo magri, corroborata dall’autotune qui e là, ma ricca di sostanza molto malinconica. Qui il finale è invece pirotecnico, come alle feste di paese.
Si passa al rock’n’roll con STOMALE, che si fa aggressiva, acida e prende alla gola, ma con quel fare un po’ lassista, mentre i suoni corrono forte. l concetto “sto male” viene a riempire tutta la seconda parte della canzone, in modo percussivo.
Una stella sopravvissuta (controvoglia) ai 27 è la protagonista di Lady Tristesse, ritratto piuttosto vintage, sia nei concetti sia nelle sonorità. “La diva meglio mal riuscita” è accompagnata sul palco dalla chitarra elettrica, ad attorniare sapori un po’ alla Bowie, e una decadenza dolce e avvolgente, interrotta da una strofa martellata e urlata.
Vibrazioni iniziali psichedeliche quelle dell’organo di Ciò che non uccide ferisce, ma poi entra l’elettricità e il panorama cambia, anche grazie a un recitato del cantautore su mondi che crollano, governi che cadono, guerre che esplodono ma tutto è messo in ombra dall’amore.
Già nota Bevi troppo, che si muove su concetti rock-pop per smorzare un po’ gli eccessi, andando contro gli stereotipi classici della rockstar, chissà se un po’ autobiografica.
Ecco poi il Blues del Nove7, curioso brano per pianoforte e voce, con un testo che si muove in direzioni sparse, fino a esiti che ascendono fino a sonorità spiritual.
Uso sfumato dell’autotune per una molto intima Non Ho Sete, che discute di necessità di tempo e di parole, con un afflato che anche qui è piuttosto spiritual, ma con suoni di natura diversa rispetto al brano precedente.
Si chiude con E poi svegliarsi presto, title track malinconica con chitarra acustica, che riporta alle origini e all’adolescenza, con l’ausilio della voce di Juma, che accompagna la voce e la avvia sul viale dei ricordi.
Dicevamo che era un po’ che aspettavamo, e non necessariamente al varco, Nervi con un album che mettesse un punto alla produzione di singoli snocciolati in questi anni. Perché il cantautore pluripremiato ha tutto per dimostrarsi una delle voci più significative di questa generazione.
E in effetti l’attesa è stata premiata con un disco significativo e di ispirazioni varie ma sempre consistenti, con qualche eco dalla grande canzone rock italiana ma anche con un’attitudine al pop malinconico che è tutto tranne che schiava dei cliché. Bell’impronta su una carriera che gli si augura ricchissima di soddisfazioni.