Si chiama Ognisogno il quarto album del musicista e polistrumentista livornese Nico Sambo, in uscita oggi per l’etichetta Cappuccino Records. Prodotto da Nicola Fantozzi, l’album è frutto della collaborazione con Lucio Tirinnanzi, già iniziata nel precedente Argonauta, che ha scritto la maggior parte dei testi. Le musiche sono di Nico Sambo.
Nico Sambo traccia per traccia
Si parte dall’intro psichedelica di Coincidenze per lasciare presto spazio al pianoforte di America Isterica, discorso morbido ma presto ritmato che mette in evidenza le qualità di scrittura del testo, spesso intessuto con molta cura. Musica da viaggio che si trasforma in stanziale con Arrivederci Mai, di nuovo aperta dal piano, episodio di grande delicatezza con un che di anni Cinquanta.
Si prosegue con Al mio risveglio, che non rinuncia all’approccio soft. Si riprende a viaggiare con Eurasia, semistrumentale con chitarra. Segue Santa Giulia, dedicata alla città d’origine di Sambo, cioè Livorno: un brano ricco di malinconia e, si direbbe, di rimpianto.
Distanze e luoghi lontani caratterizzano Connessioni instabili, che passa da un’introduzione ancora morbida a un groove di basso emergente, seguito presto da una chitarra ruvida e sognante. Nessun sogno, casomai un incubo ricorrente, caratterizza La Stazione, che si propone in modo aggressivo, sporco e blues, in opposizione a gran parte dell’album. Si viaggia verso la fine con lo strumentale Proprio tu, prima di approdare al finale di Lo sai che…, elenco di fast facts accompagnati da momenti di intimità anche struggenti.
Colpiscono le abilità di scrittura oltre che una buona tessitura delle sonorità, nel disco di Nico Sambo. Il disco scivola via facilmente perché è molto levigato, a volte sembra non toccare terra.
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