Noirêve pubblica Pitonatio, su etichetta INRI. L’album d’esordio della producer trentina si distacca dai due ep precedenti, che gravitavano attorno a sonorità dream-pop e chillout, per esplorare ambienti esotici e forme compositive meno tradizionali.
Concepito per l’ascolto su vinile, Pitonatio è un disco che si articola in due momenti: il lato A si sviluppa attraverso brani in cui la componente ritmica assume un ruolo fondamentale nel dialogo tra world music ed elettronica, mentre il lato B è composto da un’unica traccia ambient costruita attorno a elementi improvvisativi vocali e strumentali.
Come nei lavori precedenti, il sound di Noirêve si definisce a partire da suoni organici processati e ricontestualizzati, ma l’utilizzo di scale e strumenti lontani dalla tradizione occidentale, unito al distacco dalla forma canzone, collocano Pitonatio in una dimensione più sperimentale e ricca di contaminazioni.
Noirêve traccia per traccia
Embers parte piano e da molto lontano, ma arriva in fretta: il brano si trasforma presto in una danza dalle caratteristiche tribali ed etniche molto evidenti, con parentele strette con un ambient comunque molto ritmata.
Influenze orientali evidenti, dal sitar ma non solo, si materializzano su Bradipedia, sorretta da un ritmo molto oscuro e vivo. Alice Righi presta una voce morbida e dolce a Jalia, pezzo che si raccoglie sotto sonorità evocative e ricche di suggestione.
Si passa senza salti a Holy Guacamole, che però mette in campo ritmi più marcati e un atteggiamento più rumoristico. Qualche sorpresa emerge da Lu rusciu de nonno Osvaldo, cherecupera i primi versi del brano tradizionale salentino Lu rusciu te lu mare e che fa dialogare voci antiche e sonorità del tutto contemporanee.
Pitonatio, la title track, torna a imbracciare il sitar (per merito di Jacopo Bordigoni) e a suggerire movimenti lenti e ipnotici, con voci femminili insinuanti che arrivano alle spalle.
Si chiude con Musica per grattini, in realtà un filo altisonante per tutti i contesti che li prevedono, i grattini (ma poi uno se li fa fare con la musica che preferisce, in verità). Qui siamo di fronte a un panorama piuttosto minaccioso e incombente, in un brano che dura 20 minuti e che conclude in modo ambizioso l’album.
Il disco di Noirêve è significativo di per sé, perché mette in mostra un talento singolare e dalle mille influenze, capace di brani plastici e ben congegnati. Ma anche perché mette in mostra numerose possibilità che la producer potrà sviluppare in un futuro non molto lontano.