Non Voglio che Clara, “MacKaye”: recensione e streaming
MacKaye è il nuovo album dei Non Voglio che Clara: un disco composto, prodotto e curato interamente dalla band bellunese, che segna il suo ritorno sulle scene a distanza di tre anni dal precedente Superspleen vol.1.
Uno sguardo rivolto al periodo della nostra tarda adolescenza: mi piace pensare sia un po’ il nostro disco hardcore: diretto, conciso e resiliente
Dieci tracce scritte in un lasso di tempo esteso e solo in seguito affidate agli strumenti, anticipate dal singolo Lucio, entrato a far parte della colonna sonora de Il compleanno di Enrico, film di Francesco Sossai presentato al Festival di Cannes 2023 nella sezione Quinzaine de Cinéastes e vincitore dell’International Film Award al Festival Curtas Vila do Conde.
Non Voglio che Clara traccia per traccia
Con un inizio ragionato, l’album parte quasi sottovoce con MacKaye, la title track che ragiona di amore su atmosfere morbide e sognanti.
Ritmi lenti e avvolgenti, con un buon lavoro del basso, si spargono su L’inventore, fino ad arrivare a un’apertura molto melodica e anche piuttosto vintage.
Con evidenti riferimenti a Battisti, Lucio è più ritmata e si muove raccontando, con qualche coro a sorreggere la malinconia interna. Si tratteggia poi L’identikit, ancora con qualche coro e con una dolcezza melodica che pervade ogni suono.
Tempo di Caffè & ginnastica, brano narrativo e intenso, con qualche altro pizzico di canzone d’altri tempi sparsa a piene mani. Gira il basso a sorreggere Il primo temporale,
Si ritorna in palestra per Pilates, altra canzone gentile ma movimentata, che racconta di attività e di preoccupazioni quotidiane, sotto la luce di un’assenza. Ecco poi gli accordi soffici di Miles, che parla di pomeriggi berberi e ha progressioni particolari, in un brano che sa un po’ di Prefab Sprout.
Più elettrica, ecco poi Le suore, che parla anche di suole, in realtà. Dove andranno a finire tutti i nostri amori? Non si sa, ma la risposta si muove su toni medi e un po’ di sensazioni sparse.
Si va molto in elettronica invece per la chiusura con L’ultimo successo, che alterna pianoforte e voci robotiche, con qualche effetto di straniamento.
Con molta gentilezza, il disco dei Non Voglio che Clara regala qualche emozione e qualche buona canzone, in un lavoro omogeneo e ben fatto.