Si chiama Superspleen Vol. 1 il nuovo disco dei Non voglio che Clara. La band inizia a farsi notare nel 2004 grazie a Caffe Cortina, un demo che finisce col raccogliere i primi consensi portando la band nel giro di pochi mesi a incidere Hotel Tivoli, esordio discografico targato Aiuola Dischi /Universal Music Italia.

Nel 2006 esce il secondo disco omonimo, mentre con il terzo disco Dei Cani del 2010 la formazione si stabilizza in quella attuale, composta da Fabio de Min (voce, pianoforte, chitarre e principale autore del gruppo), Marcello Batelli (chitarre e sintetizzatori), Martino Cuman (basso e sintetizzatori) e Igor De Paoli (batteria e sintetizzatori).

Superspleen Vol.1 segue L’amore fin che dura uscito nel 2014 per Picicca /Sony. Per il nuovo album il gruppo ha messo insieme una decina di brani fra quelli composti e registrati in studio tra il 2017 e il 2019. Destinato a completarsi in un secondo e successivo volume, Superspleen è una raccolta di brani pensati e realizzati da una band che a maturità raggiunta scruta nuovi orizzonti stilistici pur rimanendo fedele alle proprie origini. Ne risulta il disco più corale e accessibile realizzato fino a oggi dai Non voglio che Clara. Prodotto da Non Voglio che Clara e mixato da Fabio Trentini (Guano Apes, Subway to Sally, H-Blockx).

Non Voglio Che Clara traccia per traccia

Questioni di bellezza tradita e di speranze spente quelle che si affrontano all’interno di San Lorenzo, il brano d’apertura, delicato e pensoso, dell’album.

Passi lunghi ed estetica baudelairiana quella dispensata a piene mani da Superspleen, title track popolata di personaggi diafani.

Molto più mossa Epica omerica, che pur senza abbandonare del tutto dolcezza ed eleganza, ma con una non trascurabile dose di energia.

C’è un po’ di synth pop che fa capolino tra le influenze de La Croazia, tra scelte di tempo delle ragazze che si fidanzano e movimenti di basso sul fondo della canzone.

Ex-Factor parla di storie in cui si dà tutto senza avere niente in cambio. C’è un po’ di Baustelle nell’immagine della polizia che sgombera i dehors coi manganelli, ma l’atmosfera è molto più controllata, morbida come fumo di sigaretta.

Moderate allegrie orientali quelle che si incontrano in Liquirizia, la “canzone per l’estate” dell’album, per così dire. Immagini di memorie famigliari, con chiusura spirituale in latino, abbastanza straniante.

Situazioni di media leggerezza popolano Marginalia, che usa una sezione di fiati per sollevare il morale di un brano che in realtà parla delle finzioni e delle dissimulazioni che fanno sì che l’amore funzioni.

Sembra un annuncio da pianerottolo l’apertura de Il Miracolo, che parla di gatti e di soldi, popolandosi di immagini comuni e quotidiane.

Un groove muscolare sottende La Streisand, canzone con evidenti e dichiarate influenze vintage.

Il disco termina con i battiti elettronici di Altrove/Peugeot, canzone doppia che ha pulsazioni sintetiche sulle quali si innestano sensazioni soul.

Album interessante e maturo di una band alla quale si potrebbero appiccicare gli stessi aggettivi. Non Voglio Che Clara pubblica un lavoro molto completo e consapevole, dagli umori moderati e curato nei dettagli, senza strappi ma con pensieri ricchi e profondi.

Genere: canzone d’autore, pop

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