nube: personale, tortuoso e interessante

Dopo la pubblicazione di quattro singoli, l’inserimento nei principali cataloghi editoriali (da Scuola Indie a New Music Friday fino ad arrivare, stabilmente, in Indie Triste) e qualche data live sparsa qua e là per lo Stivale, il cantautore piemontese nube preme “stop” sulle riprese di disco che, ora più che mai, sembra essere il film delle vite di molti: Occhi cinepresa si proietta nelle orecchie e nei cuori per Revubs Dischi

Nube, è da poco disponibile su tutte le piattaforme digitali Occhi cinepresa, il tuo disco d’esordio per Revubs Dischi. Quali sono gli aggettivi che sceglieresti, per raccontare il percorso che ti ha portato fin qui?

Ciao! Direi personale, a volte tortuoso e interessante.

Andiamo ora più nello specifico: da dove parte la storia di nube? E da cosa hai ereditato il tuo particolare nome d’arte?

Nube nasce sul volo di ritorno Londra-Torino dove mi convinco di voler lasciare l’inglese per provare a scrivere in italiano. Ho scelto il nome “nube” perché le nubi rappresentano molto il mio essere e trasmettono un’estetica sognante.

La tracklist del tuo disco è composta da brani che ammiccano a un pop dalle tinte molto lo-fi, quasi fosse stato pensato “in cameretta”. Come lavori alle produzioni dei brani? 

Il disco è fondamentalmente pensato tutto nel mio bedroom studio ed è per questo forse che ci sono alcune tinte lo-fi. Molto spesso lavoro prima alle strumentali per poi scriverci sopra, raramente il contrario. Una volta completate le demo, che sono l’essenza del pezzo, completiamo la produzione negli studi di Clinica Dischi.

Hai pubblicato le tue canzoni con un’etichetta indipendente che sta crescendo molto negli ultimi anni, Revubs Dischi. Cosa ti ha convinto ad unirti a loro?

Mi sono legato a Revubs nel 2021 e da quel momento è nata anche una bella amicizia tra di noi. Mi ha convinto il loro entusiasmo riguardo il mio progetto e la qualità delle produzioni.

Raccontaci qual è la storia che si cela dietro le tracce inedite che hai pubblicato, al netto dei singoli già editi… 

All’interno del disco, Grandine è il brano un po’ più scuro insieme a Bad Loop. Entrambi i pezzi raccontano dell’ansia giovanile e del sentirsi fermi e impotenti rispetto ai grandi dubbi esistenziali che la vita ci pone. 1998 nasce con l’intento di essere un inno generazionale ed è una storia d’amore teen che riprende la cultura cinematografica pop contemporanea come i film di Spider-man e la serie tv The Good Place. Guerra Fredda è forse il pezzo più “gridato” ed è totalmente ispirato al film Il Grande Gatsby.

C’è qualche aneddoto particolare che si cela dietro la registrazione del tuo disco d’esordio?

Mi viene in mente la volta in cui abbiamo registrato le voci di Bad Loop e solo dopo averle finite ci siamo accordi che la chitarra che avevamo preso di riferimento era scordata… sono volati santi.

Hai una passione per il cinema, e questo è ormai chiaro a tutti. Ecco, se il tuo disco d’esordio fosse la colonna sonora di un film, quale film sarebbe, secondo te?

Mi piacerebbe fosse la soundtrack di Moonrise Kingdom di Wes Anderson che forse è l’ispirazione più grande che si ripete all’interno del disco.

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