Øjne, “Prima che tutto bruci”: recensione e streaming
Si chiama Prima che tutto bruci il nuovo album degli Øjne, band screamo/hardcore nata nel 2011. Il disco si compone di otto brani furibondi e disperati, registrati da Stefano Garotta al Soundcheck Studio a Milano. I brani hanno poi viaggiato parecchio, per essere mixati da Mike Moschetto a Boston, Massachusetts e infine masterizzati da Brad Boatright all’Audiosiege di Portland, Oregon.
Øjne traccia per traccia
Si parte da un potente senso di disperazione, contenuto nel canto e negli strumenti di Tredici, che apre l’album. Argomenti e atteggiamenti simili in Ogni inverno, altrettanto estrema quanto a cantato/urlato e a sentimenti.
Un po’ più di moderazione si legge in Nel Migliore dei Mondi Possibili, racconto su temi intimi. Sull’altro lato del fiume torna a livelli alti e a una potenza espressiva molto robusta, su panorami sonori ricchi di tempesta. Il brano si spezza sostanzialmente in due, pur mantenendo un’unità di senso.
Dopo la breve Kalieaswari, la seguente Lo Schema di Propp propone sonorità sostanzialmente metal, in una favola al contrario. Si arriva così al lunghissimo Epilogo (che in realtà non è l’epilogo). La forza, lo struggimento interno e la storia narrata dall’album, che mescola piani diversi ma con un sentimento unitario di rimpianto e voglia di vendetta, trova comunque qui il proprio culmine e compimento. Dall’altra parte del mare è una lettera che fa da congedo, su un background sonoro molto semplificato.
La volontà narrativa degli Øjne è parzialmente resa incomprensibile dallo stile del cantato, tanto è vero che per lo più bisogna leggere i testi per comprenderli. Ma se ci si limita all’aspetto sonoro, l’impatto del disco è molto forte, i contrasti potenti, il risultato complessivo notevole.