ornamentsUscirà il 18 novembre il nuovo disco degli Ornaments, la band post hardcore che, giusto per cercare una fonte di ispirazione, si è rivolta nientemento che alla mitologia e alla tragediografia greca. Drama, il nuovo disco, è infatti liberamente ispirato alla tragedia di Eschilo Prometeo incatenato in cui il Titano, reo di aver fatto dono agli uomini del fuoco e della speranza, viene condannato da Zeus a essere incatenato su una rupe con il fegato eternamente divorato da un rapace.

Oltre alla versione digitale di DRAMA disponibile in tutti gli store e piattaforme, il secondo full lenght della band sarà distribuito nei negozi in versione fisica da Artist First e in tiratura limitata in formato vinile nei live della band, pronta a tornare sul palco con una nuova performance all’esordio nella cornice del Barezzi Festival per un’ esclusiva anteprima; mentre toccherà al La Tenda di Modena il prossimo 26 novembre ospitare il vero release party di Drama.

Ornaments traccia per traccia

Il disco incomincia il proprio cammino a partire da Efesto, quattro minuti nella fucina del dio fabbro, lo storpio operoso dal quale Prometeo ruba il fuoco per donarlo ai mortali e segnare così il proprio destino eterno. Il pezzo è sostanzialmente un brano industrial, con tanto di ferraglia in fondo, come si conviene a una visita nell’antro/fabbrica del dio.

Molto più violenta Prometheus, la canzone eponima, che fa ricorso ad armamentari molto più vicini allo stoner, con aggressività ma anche con qualche nota malinconica di fondo. Il brano, una suite da oltre nove minuti, alterna momenti di calma ad altri più esplosivi, con il drumming a reggere le fila del discorso e le chitarre a riempire i vuoti.

Si procede poi con Oceano, altro brano lungo, con voce femminile di Lili Refrain sussurrata e una chitarra piuttosto amara a levare le sue grida su un vuoto magmatico. Il brano diventa sempre più acido e aggressivo, nonché voluminoso, man mano che il discorso procede. Ermes trasporta in atmosfere non molto dissimili, tornando a un discorso però del tutto strumentale.

Aeternal si piega a discorsi più moderati, recupera la voce femminile, questa volta più dolce che inquietante, e prende pieghe melodiche in un quadro sempre piuttosto oscuro. Nella parte centrale la voce diventa molto più aspra, riportando alla mente casi estremi e sperimentali (Yoko Ono, Kate Bush). Suneidesis (ovvero la coscienza) inizia con arpeggi in nero, poi rafforzati dal drumming. Il brano si dirige poi verso una conflagrazione piuttosto rumorosa.

Breve intermezzo, almeno vista la lunghezza degli altri pezzi, Io, dedicata alla sacerdotessa che nella tragedia originale assume la funzione della consolatrice, che porterà la speranza in una futura liberazione. Si chiude con Zeus, pezzo che vede entrare in scena direttamente il re degli dei, giudice di Prometeo che lo condanna alla rupe: qui il discorso è portato avanti con spietatezza dalla chitarra, per un discorso che chiude giustamente in modo epico.

Poderoso lavoro, per gli Ornaments, che seguono il percorso di Prometeo fino all’inevitabile finale. Le sonorità scelte per illustrarlo si prestano a pochi compromessi, eppure la band riesce a introdurre qualche sottigliezza all’interno di un discorso a volumi molto alti. Un album che colpisce.

Se ti piacciono gli Ornaments assaggia anche: Slamina

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