Ottavia Brown, “Signora Nessuno”: la recensione
Ottavia Brown, illustratrice e songwriter, presenta il nuovo album Signora Nessuno, in uscita il 10 aprile per UMA Records. Dieci tracce ma anche dieci storie che riaccendono i riflettori su momenti chiave del passato che ancora illuminano il presente.
Ne è un esempio il racconto in musica delle cosiddette Radium Girls (nel brano Non solo le stelle brillano in cielo): ragazze di inizio secolo avvelenate dalla vernice radioluminescente presente sui pennelli che inumidivano con la saliva per dipingere gli orologi.
Signora Nessuno è questo, la storia di dieci personaggi chiave che hanno lasciato il segno, che in qualche modo brillano di luce propria, da Mary Shelley (Mary non c’è) a Moby Dick (Capitano riposa) a Modigliani (Maledetto), racconti che indagano la voglia di libertà di una schiava o immaginano una statua capace di sedurre uno scultore.
“A fronte di questo momento di emergenza, voglio, nel mio piccolo e a nome di tutto il progetto musicale Ottavia Brown, supportare gli Spedali civili della mia città Brescia. Per questo ho deciso di devolvere tutto il ricavato delle vendite digitali del nuovo disco “Signora Nessuno” in uscita su tutte le piattaforme digitali il 10 aprile e parte del ricavato delle copie fisiche che, come sapete, per ora non possiamo fornire per lo stop dei concerti. Questo, come tanti e fortunatamente molti, in questo periodo, è un gesto per contribuire al momento storico di grande difficoltà che stiamo vivendo. La musica per fortuna arriva e arriverà sempre ovunque.”
Ottavia Brown traccia per traccia
La prima canzone del disco è Signora Nessuno, che apre il disco in modo abbastanza amaro. Anzi avvelenato, per essere precisi, con la batteria che ricopre una parte molto importante.
Ecco quindi il rock sfrontato di Vera, piuttosto picchiata e ruvida, con coretti ed elettricità a completare un brano sfrontato.
Ecco poi Non solo le stelle brillano in cielo, singolo d’apertura del disco che parla appunto delle “Radium girls”, avvelenate dalla vernice luminescente: una storia raccontata con melodia e passione, in un brano morbido e malinconico.
Il pianoforte compie giri semplici per introdurre Finiscimi, che presto acquista una certa robustezza grazie alla chitarra e al drumming.
Un po’ di swing si acquista in Strega d’aprile, molto più allegra e accelerata, che parla di diversità, ma soprattutto di libertà.
Luna, conchiglie e occhi “caldi come il sangue” si riempiono di blues e di immagini acquatiche in Capitano riposa, con un coro “ehi oh” piratesco finale.
Si torna ad atmosfere vintage con Maledetto, dedicata come detto a Modigliani, con qualche parola chiave che si ripete. Per esempio “notte”, per un brano jazzato ma anche molto mosso.
Più sentita e profonda Schiava, che torna a occuparsi di libertà ma con sponde melodiche molto consistenti. Popolare il background su cui si appoggia Aspetto, non scevra di ironia.
Si chiude in modo morbido e romantico con Mary non c’è, dedicata alla scrittrice che inventò il mostro di Frankenstein, che è anche il narratore del brano.
Di Ottavia Brown colpisce la capacità di conferire uno stile omogeneo ai propri dischi senza esagerare mai in termini di ripetitività sonora. La scelta di raccontare dieci storie “vere” riempie i testi di significato e l’ascoltatore di curiosità, per un lavoro che risulta molto ben fatto e godibile.