Ottavia Brown, “Infondo”: la recensione
Uscirà il 23 settembre il debut album di Ottavia Brown, nome d’arte per la cantautrice e illustratrice bresciana Ottavia Bruno. Infondo è autoprodotto, scritto nel 2015 sotto la direzione artistica di Marco Franzoni, registrato presso gli studi Blueffemme Stereorec di Brescia. Alla realizzazione hanno partecipato diversi ospiti conosciuti al livello nazionale e non. La cifra stilistica di Ottavia è di impostazione swing, con intenti vintage ma anche con qualche “twist” verso altri ritmi e altre idee.
Ottavia Brown traccia per traccia
L’album si apre con In una notte, tambureggiato pezzo swing oscuro e ricco di pathos. Donna d’altri tempi ci porta nel mezzo d’un jazz club, con ritmi morbidi e vaga atmosfera da vaudeville. Infondo, la title track, si spinge fino alla bossa, conferendo particolare rilievo alle percussioni, oltre che alla voce, sempre protagonista.
Si prosegue con Abbassa la tua radio, cover di Alberto Rabagliati, che muove i propri passi nostalgici tra influssi di jazz melodico e antichi ninnoli sparsi per il pezzo. Il mio cuore va e lo perderò affida l’introduzione alla sezione ritmica, ma conferisce nerbo al pezzo anche con gli interventi della chitarra. Altre idee vintage nella soffice e molto intima Ero una rosa. Altro atteggiamento quello di Solo per andare, che dagli anni Cinquanta prende suoni molto più rock and roll.
Il trittico finale si apre con la vivace Non pensare mai alla morte, danza quasi western in un contesto vivido. Con L’ultima volta si rientra in ranghi melodici/pop raffinati, non estranei a una buona tradizione d’autore italiana. Il cacciatore, che chiude, si spinge anche più in là: le tracce sono ancora morbide e autorali, ma il finale porta a pensare a chiari influssi internazionali più ambiziosi.
Distese sotto un velo di nostalgia vintage, le canzoni di Ottavia Brown rivelano una forza sorprendente. Un ottimo lavoro di arrangiamenti completa un disco che riesce a essere delicato senza perdere energia.
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