Del Signor Uffa

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Ottavia Brown, atipica cantautrice bresciana che ha di recente pubblicato il suo nuovo album dal titolo Signora Nessuno, una sorta di diario condiviso con influenze swing e soul con numerose altre donne, spesso dimenticate dalla storia. Ecco cosa ci ha raccontanto!

Ciao Ottavia, descrivi il tuo progetto musicale con tre alcolici, e ci spieghi le tue scelte?

Per iniziare inizierei con un Vino rosato perché il Groove di alcuni brani è delicato e retrò, da gustare al tramonto; aggiungerei un buon Marsala per ricordare le mie origini siciliane dove la dolcezza di certe sonorità si miscela alla forza e all’energia; e poi concluderei con un whisky perché la malinconia di alcuni testi si rispecchia bene in storie amare ma inebrianti!

In sintesi, di cosa parla Signora Nessuno?

Signora Nessuno parla di tutti noi. Tutte le persone che hanno una storia (intensa, semplicemente normale o incompiuta) da raccontare e che nessuno conosce.

Signora Nessuno è un album che porta un messaggio di libertà di espressione e di emancipazione, ogni donna delle mie canzoni aggiunge la sua storia personale a questo messaggio, nei brani, infatti, compaiono molti personaggi femminili: una donna vittima di violenza di genere, una ragazzina adolescente in preda alla crisi giovanile esistenziale, la storia delle operaie chiamate “Radium Girls” le quali furono avvelenate dal Radio durante i turni di lavoro in fabbrica e che vinsero dopo anni e per la prima volta nella storia, una causa nei confronti dei loro datori di lavoro, la storia di una statua che aspetta di essere completata da uno scultore del quale s’innamora, una donna che chiamano strega la quale celebra la bellezza della libertà e dell’emancipazione femminile, una schiava che progetta e attua un fuga di libertà e amore, Moby Dick la balena che racconta dell’ossessione che il capitano Achab aveva per lei e Frankenstein che dedica una canzone d’amore alla sua creatrice Mary Shelley…

Com’è pubblicare un album in tempi di Coronavirus?

La definirei una risorsa. Una risorsa per me e per le altre persone. In questo delicato momento la vita quotidiana di ognuno è stata stravolta. Tutte le persone sono messe a durissima prova sia fisicamente sia mentalmente. Come molti anche a me tutto si è cristallizzato, posticipato, rinviato, ma la necessità più importante è che tutto possa rientrare nella normalità.

Per contribuire all’ospedale della nostra città abbiamo pensato a come la musica possa contribuire e devolveremo il ricavato delle vendite digitali al nostro ospedale cittadino. Oggi più che mai sono le piccole cose che ci mancano e la gente, impossibilitata a stare insieme, ha bisogno di energia positiva e l’arte, e quindi la musica, arriva ovunque, in ogni casa e per fortuna non si ferma e non si fermerà mai.

Cosa c’è nel futuro di Ottavia Brown?

I lavori che ho pubblicato fino a ora mi rappresentano perfettamente, sono carichi di suoni e significato, mi piacerebbe però nel prossimo disco usare toni e suoni un po’ più asciutti, sento la necessità di andare all’essenziale.

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