Pablo, “Povero Pablo”: recensione e streaming
Povero Pablo è il nuovo album del rapper Paolo Brazza, in arte Pablo. Un viaggio in salita che parte da Caserta, la sua città, ed incontra contaminazioni urban, hip hop, trap ed elettronica. Otto tracce di storie di vita vissuta. Toni forti, crudi, reali che riescono a lasciare un segno profondo anche al solo ascolto.
Nonostante il riconoscimento mondiale della musica in dialetto campano, la scelta di usare l’italiano nasce dalla voglia di far arrivare questi racconti a tutti, perché sono la quotidianità di tutte le vite di chi cresce ai margini, con valori e regole proprie.
Classe 1992, Pablo è laureato in Canto Pop presso l’U.M.S. di Napoli e dal 2017 collabora con Ugo Scicolone al progetto “Speranza”, che coordina in qualità di manager e al quale contribuisce anche come seconda voce e performer, esibendosi sui palchi dei club e dei festival più importanti d’Italia.
Povero Pablo è il suo progetto da solista in collaborazione con Humble e Believe Digital, che vede tre importanti featuring con Ketama126, Barracano e il rapper francese Kira R.
Pablo traccia per traccia
Si inizia con la title track Povero Pablo, un riff di chitarra caliente e consolatorio, una rassegnazione per una vita già scritta e scontata per tutti, un futuro segnato ma un domani incerto, tranne che per Pablo, che ottiene una rivincita in un mondo di infamia e odio. Le parole scivolano nell’autotune, mentre rimangono dentro le immagini di vita: “io non so vivere giù come loro / non tocco polvere comprerò oro / sulla mia testa corone d’alloro”.
La Corrida è il featuring con Ketama126. Il tradizionale paso doble in versione trap, e sembra di essere lì al posto del toro, nell’arena dei parassiti: “sembra la Corrida… e la sua vita per gli altri è solo un gioco”.
La speranza quasi svanisce in Malavita, un mix stilistico tra lofi trap e abbellimenti in scala napoletana.
Si cambia genere con LaLaLa, la traccia electro pop feat. Barracano. Una serenità ritrovata, una malinconia esorcizzata forse grazie alla musica: “senza beat sotto non voglio parlare”.
L’atmosfera si incupisce e si ispessisce del peso della sopravvivenza con Zappo, il lavoro che permette di andare avanti con la musica. Carico di bass synth ed extrabeat, barre serrate e crude è il featuring con il rapper Kira R in italiano e francese.
Arpeggi melodici in Non era vero, una vera e propria poesia hip hop che solca l’animo e il viso con il dolore della perdita di un amico. Un classico boom bap scandisce il tempo in Orologio falso per raccontare una storia di violenza, che parla attraverso una chiara metafora: “Un orologio falso che non mi può mentire / conta bene le ore che sono pronte a finire”.
Un lento urban beat in Milano. La difficoltà di emigrare per conquistare sogni che pesano addosso e cambiare la storia per poi ripensare alla propria città lontana: “ti amo Caserta mia ci hai reso forte ci hai reso chi siamo”.
Attraverso parole, immagini, sound e flow, Pablo riesce a sprigionare tutte le emozioni che ci investono nel corso della vita: odio, amore, rabbia, passione e ce le fa toccare con mano.