Con l’album Imperfetta la cantautrice Patrizia Ajello mette in luce la bellezza di essere umani, un mix unico di incantevoli difetti. L’imperfezione viene affrontata in tutte le sue espressioni: nella vita, nell’amore e nelle relazioni interpersonali gli errori possono diventare un terreno fertile sul quale costruire e far fiorire la propria esperienza.
La realizzazione del disco nasce da un progetto di crowdfunding sostenuto dai fan e grazie al cofinanziamento di Postepay Crowd come riconoscimento al merito personale.
I testi e le musiche sono di Patrizia, classe 1988, un’artista poliedrica, terza classificata al Premio Mia Martini 2010 e con numerose esperienze anche in ambito teatrale, in qualità di attrice. Prodotto e arrangiato da Giovanni Puliafito (tastiere e programmazione); registrazione, mix e master di Patrick Fisichella, che ha contribuito anche alla creazione di alcuni arrangiamenti e suonato le chitarre. Infine, la preziosa consulenza musicale di Francesco Aiello e Giuseppe La Scala.
Patrizia Ajello traccia per traccia
Maldestra, si inizia con un rock’n’roll alla Chuck Berry per mostrare subito lo spessore timbrico di Patrizia. Il brano tende a un rock stile Nada e Dolcenera. Le relazioni d’amore sono un’irresistibile contraddizione, un gioco di inseguimenti tra caratteri divergenti e affini: “cadere in amore è più semplice che respirare / fammi cadere / fammi cadere”.
Anima impigliata ha un’atmosfera più distesa. Chitarra e piano dialogano in un botta e risposta, animato da un drumming essenziale e impreziosito dal tremolo. Il testo è ricco di immagini sensoriali, come lo stesso titolo: in amore si resta impigliati in un istante indimenticabile come alla maniglia di una porta.
Imperfetta è la traccia che dà il nome all’album e dove ritroviamo il genere rock, questa volta moderno e graffiante. Una lead voice sicura e a tratti ironica che ci sprona a essere determinati e centrati su di sé, consapevoli ma fieri delle nostre autentiche imperfezioni. In alcuni punti il ritmo è “scompigliato”: rallenta volutamente per seguire la nostra complessità umana che non si lascia rinchiudere in schemi. Anche l’arrangiamento è ben spazializzato con suoni liberi di andare a destra e a sinistra.
Ne La casa del vento, con toni intimi, piano e voce ci raccontano la solidità di una relazione imperniata sull’amore ma circondata dalle insicurezze e imperfezioni della vita: una casa ancora “senza porte né muri” ma sorretta solo dal vento della passione. Interessante il pattern ritmico solo sul secondo e quarto movimento e con una morbidezza quasi jazz, che ci sfiora come il vento. Un sibilo di synth in coda.
Sono Solo errori marginali quelli che compromettono una storia d’amore e fanno rimanere aggrappati “al tuo profumo con le unghie e con i denti”. Errori che vengono fuori più intensamente e allo stesso tempo si perdono nella forza dei baci. Un rock maledetto alla Loredana Bertè e con una metrica incalzante sfocia in un assolo di tastiere e chitarra elettrica.
Vorrei avere le lentiggini per distinguermi e primeggiare tra la gente per il solo fatto di essere diversa. Un’ode alle lentiggini attraverso archi staccati, pizzicati e suoni synth puntinati proprio uguali alle lentiggini, viste non come difetti, ma peculiarità. Una voce sussurrata e affastellata dai delay sembra la nostra coscienza, che ci suggerisce di fregarcene del giudizio degli altri.
Effetto domino è un brano carico di elettronica dal retrogusto vintage, con colpi di batteria precisi, una scura linea di basso e un tempo terzinato. La voce, dai suoni legati e aperti, domina e alla fine zittisce gli strumenti, cercando così di domare anche l’effetto domino che nella vita ci lega e vincola tutti, più o meno piacevolmente.
L’amore è la nostra debolezza e trova un’immagine potente in questo verso: “sei il crollo della mia armatura”. Non ci lascia il tempo di distaccarci per cercare di dimenticarlo, che ci coglie con Carezze inaspettate. Rimaniamo in un’elettronica anni ‘80. Un sintonizzatore fa da coro e quasi lo si confonde con la sinuosa voce di Antonella Ruggiero. Nel ritornello un simil steel pan accompagna una melodia estiva e leggera.
Ironia disincantata ne Il venditore di sogni. È una canzone estremamente moderna nel groove e nel tema trattato, quasi surreale, espresso magistralmente dal testo: “mi appresto a disegnare / mi aspettano due storie / quella che io scrivo / e quella che ora sta scrivendo me”. Siamo in bilico tra il sognante e un ritmo lazy, sincopato che nel ritornello si trasforma in una ballata shuffle.
Concludiamo con Tutto da rifare, tornando ai suoni anni ‘80 e un cantautorato radicato nella tradizione italiana. Una narrazione che lega le giornate all’immagine di un castello di Lego che di notte i nostri sogni e incubi smontano. E noi lo ricostruiamo ogni giorno, ma puntualmente ci sarà sempre qualcosa di diverso: un pezzo nuovo, cambieremo l’ordine o il colore, imbattendoci con le imprevedibilità e complicazioni della vita.
Patrizia Ajello si distingue per il suo timbro morbido, preciso e allo stesso tempo spesso e deciso, che rivela una padronanza nell’incastrare alla perfezione immagini, suoni, ritmi e parole con la sola voce.
Genere musicale: cantautrice
Se ti paice Patrizia Ajello ascolta anche: Cassandra Raffaele
Pagina Facebook Patrizia Ajello
Pagina Instagram Patrizia Ajello