PeM! 2018: intervista con Enrico Deregibus

“D’inverno il mio è il paese del fango, come in primavera è il paese dei peschi e dei ciliegi in fiore, d’estate è il paese delle lucertole e delle lepri, d’autunno il paese dell’uva, delle vendemmia nere della Barbera”: così Davide Lajolo, che scriveva a dire il vero dell’Astigiano. Ma la descrizione si attaglia perfettamente a tutto il Monferrato, pronto per diventare anche “il paese della musica”, tra il 24 agosto e il 20 settembre.

Si tratta infatti di ospitare PeM! Parole e musica in Monferrato 2018, che sulle colline tra San Salvatore e Valenza, in provincia di Alessandria, darà spazio a personaggi di tutto rispetto come Nada, Ghemon, Ex-Otago, Frankie Hi-Nrg, Diodato, stelle brillanti del panorama musicale italiano contemporaneo, affiancate da personaggi più per “insider”, ma non meno interessanti, come Armando Corsi, la “chitarra che sorride”, e che ha sorriso accanto a gente come Fossati e De Lucia, oppure Guido Guglielminetti, fido compagno di viaggio di Francesco De Gregori.

enrico deregibus, pem!TRAKS è media partner dell’evento e seguirà il festival con grande attenzione. E per addentrarci meglio nel discorso abbiamo fatto quattro chiacchiere con Enrico Deregibus, direttore artistico del festival, monferrino doc e firma storica del giornalismo musicale italiano.

“Il PeM fa boom!”: questo lo slogan di quest’anno. Al di là dei risvolti onomatopeici, ci puoi spiegare il perché di questa esplosione?

Questa è una manifestazione che esiste da diversi anni. Da tre anni mi è stato chiesto di occuparmi della direzione artistica. Il comune di San Salvatore voleva fare un salto non di qualità, perché era già organizzato splendidamente da Riccardo Massola, che ancora adesso dà una mano; l’idea era però quella di portare qualche nome più conosciuto, in ambito musicale soprattutto.

Quindi ho iniziato questo percorso che nei primi anni ha portato ottimi risultati ma quest’anno abbiamo raddoppiato il numero degli incontri e anche il numero dei nomi conosciuti è cresciuto decisamente. In parte è stata una scelta, in parte ci è capitato, anche per casualità. Resta il fatto che ci siamo trovati davanti questo programma che in parte ha sorpreso anche noi perché riuscire a portare Nada, Ghemon, Diodato, Frankie ma anche altri personaggi come Corsi o Guglielminetti che saranno, per chi non li conosce, delle grandi scoperte, credo che sia un cast decisamente importante e che può servire a far parlare del Monferrato anche al di fuori dei confini del Monferrato.nada, pem! parole e musica in monferrato

Penso che questa rassegna abbia un’importanza non solo artistica ma anche culturale. Ma penso anche che possa avere una risonanza anche dal punto di vista turistico. Io per molti anni ho lavorato a Milano e quando dicevo “Monferrato” si pensava fosse a chissà quanti chilometri di distanza, mentre invece è vicinissimo. Riuscire a portare qualche spettatore da Milano, Torino, Genova o più in là, che voglia venire a vedere una chiacchierata con Nada in un posto bello, magari mangiando un piatto di agnolotti, credo possa avere una certa importanza. Speriamo di fare boom anche da questo punto di vista.

Ci sarà sempre il connubio “parole & musica”, in tutte le serate?

Gli appuntamenti sono proprio strutturati in questo modo: c’è un intervista, una chiacchierata con l’artista che in mezzo farà qualche canzone. Qualcuno farà più pezzi, qualcuno di meno, in qualche caso ci sarà un piccolo set vero e proprio di mezz’ora o tre quarti d’ora. Alcune cose dobbiamo ancora un po’ tararle. In linea di massima però l’idea è di portare gli artisti a svelarsi, a raccontarsi, anche in modo un po’ informale.

L’idea è proprio quella della chiacchiera fra amici in cui si cita una canzone e allora l’artista prende la chitarra e fa un pezzo. E’ un po’ questo il core della manifestazione. Ci saranno anche altri momenti come una passeggiata sulle colline, la presentazione di un libro su Radio West, la radio storica alternativa di Alessandria.

Sulla scelta degli artisti: c’è una ghemon, pem!commistione tra nuovo e classico. Come sei arrivato alla composizione del cartellone?

L’idea è quella di portare cose differenti e cercando sempre un livello di qualità e di interesse alto. In futuro mi piacerebbe portare qualche personaggio molto pop ma che abbia qualcosa di interessante da raccontare. L’attenzione è sulla chiacchierata e sul racconto.

Insomma proporre stili differenti, artisti differenti per genere musicale, anagrafe, approccio, con la speranza che chi viene a vedere Nada poi possa anche andare a vedere Ghemon o viceversa. Io credo nella necessità di non mettere troppi paletti artistici, poi per comodità si mettono e a volte li metto anch’io. Però credo sia importante offrire qualcosa di qualità andando anche al di là dei generi e dell’anagrafe.

PeM! 2018: pezzi grossi di storia della musica italiana

Scegliendo un solo evento che non vorresti perdere, su quale andresti?

Mi verrebbe da dire quello con Guido Guglielminetti. Credo sia uno dei nomi meno conosciuti tra quelli che abbiamo quest’anno, però è veramente un pezzo grosso di storia della musica in Italia. Parliamo di uno che ha iniziato suonando all’oratorio a Torino con Umberto Tozzi, fine anni ’60, con i capelli lunghi.

ex-otago, pem!Poi a 22 anni ha suonato il basso in un disco di Lucio Battisti, è stato uno dei compagni di strada musicali di Ivano Fossati per tantissimi anni, ha suonato con la Berté, con Mia Martini e da trent’anni suona con De Gregori e da più di venti è il suo braccio destro musicale.

Ha mille altre esperienze da raccontare. Ha fatto perfino un disco con Nilla Pizzi, anzi due, in contemporanea: uno di successi di Nilla e un altro di tanghi. E’ anche l’autore di Un’emozione da poco cantata da Anna Oxa. Ha fatto questo libro l’anno scorso, che presenteremo, che si chiama Essere… basso visto che è un bassista… Penso possa essere una bella serata anche perché mi ha detto che sta preparando una sorpresa fatta apposta per noi.

Si scorge qualche segnale di risveglio musicale nella zona, sia a livello di produzione musicale sia di manifestazioni. Tu che ci sei nato e l’hai vissuta nel corso degli anni, che cosa ne pensi?

Fammi dire prima di tutto che sindaco e vicesindaco di San Salvatore sono le persone straordinarie che hanno creato questa manifestazione. Tra l’altro con l’idea di non fermarsi a San Salvatore ma provando ogni anno a coinvolgere altri comuni della zona. Questa potrebbe essere un’iniziativa diffusa, con un mese e mezzo di eventi su un territorio che va da Casale ad Acqui. Con artisti i più diversi possibili, dalla band indie appena nata al mostro sacro.diodato, pem!

Penso che dobbiamo imparare tantissimo dalle Langhe: li considero i nostri cugini con la vista più lunga. Nonostante nell’immediato dopoguerra fossero in condizioni anche peggiori delle nostre. Se leggi certe cose di Pavese… Ma hanno capito e sono anni luce davanti a noi. Dobbiamo recuperare questo gap. Vedo qualche segnale, non tantissimi: io sono un po’ più pessimista rispetto alla tua valutazione, parlando soprattutto della zona del Monferrato casalese.

Questo festival può essere una base per mille cose. Se pensiamo che in Monferrato sono nati Paolo Conte e Luigi Tenco, vuol dire che qualcosa nel sangue e nella terra c’è…

Anche quest’anno sei direttore del Forum dei giornalisti musicali al MEI di Faenza. A che punto siamo?

Il forum nasce da un’idea di Giordano Sangiorgi che tre anni fa era partito da un Festival del Giornalismo. Poi l’abbiamo chiamato Forum per trovare dei momenti di confronto tra giornalisti tra loro, e fra giornalisti e altri addetti ai lavori. Volevamo ragionare un po’ su che cosa vuol dire fare oggi giornalismo musicale e critica musicale, per capire quali sono le problematiche, tante e accentuate.

Ogni anno è strutturato in modo un po’ differente: il primo anno c’è stata una serie di tavoli di confronto su temi differenti. Mi ha sorpreso il numero dei feedback ricevuti. Alla fine eravamo più di cento. Uno dei temi nati subito era la necessità di fare un’associazione per mettere insieme questo mondo molto variegato. La speranza era proprio quella di mettere insieme le esigenze del giornalista che lavora nel quotidiano e quindi ha uno stipendio fisso con il free lance che ha appena iniziato.

frankie hi-nrg, pem!L’anno scorso ci siamo confrontati con manager, editori, uffici stampa. Quest’anno abbiamo iniziato un percorso, per merito di Michele Manzotti de “La Nazione”, che ringrazio enormemente. Ha fatto una bozza ispirandosi agli statuti delle associazioni di giornalisti di musica classica e quello di teatro. Abbiamo portato la bozza in un incontro a Roma, a fronte di un’ottima partecipazione, abbiamo fatto dei cambiamenti. Ci sono ancora due punti controversi, ma in linea di massima c’è uniformità di idee. Durante il MEI vogliamo far nascere l’associazione, eleggere un direttivo. Ci tengo a far capire comunque che un conto è il Forum e un conto è l’Associazione. Tanto è vero che non voglio essere eletto nel direttivo.

Il futuro potrebbe essere trasformare il Forum in un Festival del giornalismo musicale, però a questo punto fuori dal MEI. C’è anche un vago interesse da parte di una città ma è ancora tutto in divenire. Certo se si trasformasse in un vero e proprio festival dovrebbe cambiare un po’ natura, prevedere incontri anche “tecnici”. Potrebbe essere un evento ispirato ad altre iniziative come il Festival del giornalismo di Perugia.

L’appuntamento con il PeM! è per il 24 agosto a San Salvatore Monferrato con la serata dedicata ad Armando Corsi. Per ingannare l’attesa, TRAKS dedica ai protagonisti del festival una playlist costruita ad hoc.

Calendario PeM!

24 agosto: Armando Corsi
26 agosto: Ex-Otago
28 agosto: Frankie Hi Nrg Mc
2 settembre: Radio West
9 settembre: “Passeggiata da cani”
11 settembre: Diodato
12 settembre: Ghemon
13 settembre: Giuseppe Festa
16 settembre: Guido Guglielminetti
20 settembre: Nada

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