Uscirà domani, 28 giugno, First Breath, l’album d’esordio dei pugliesi Petricor, post rock band pubblicata dalla label statunitense Fluttery Records.
“Con questo disco quasi interamente strumentale abbiamo voluto lasciare ampio spazio alla dimensione sensoriale ed emozionale dell’uomo. Vogliamo che chi lo ascolta dia una personale e intima interpretazione a ogni brano. Ed è esattamente con questo criterio che abbiamo composto l’album, partendo dal nostro stato d’animo ed emozione”.
Petricor traccia per traccia
Si parte da 8, che inizia piano e poi irrobustisce il suono grazie a dosi corpose di drumming. Prima che si scateni una tempesta elettrica finale.
Le idee si placano un po’ con people, che mescola un po’ le sensazioni e si muove lungo le linee sinuose del lavoro del basso. Anche qui poi il ritmo cambia e l’atmosfera si fa più tesa.
Crescita esponenziale e molto intensa quella che caratterizza naked, che conserva una certa disperazione sul fondo.
Arriva il cantato, in inglese, con last breath, lirica e malinconica. Si riparte dal basso (volume) con saudade, che poi riacquista tutta la potenza di fuoco procedendo un po’ per volta.
Si chiude con il passo sostenuto di Super 8, molto incentrata sulla ritmica, ma poi si decolla e si scoprono panorami sonori molto diversi, in cui il synth prende parti importanti.
Esordio positivo per i Petricor, che rispettano i crismi dei grandi maestri del post rock internazionale offrendo però anche spunti del tutto personali, stilisticamente interessanti.
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