Phantastic Ferniture, “Phantastic Ferniture”: la recensione #TRAKSTRANGERS
Uscirà il 27 luglio Phantastic Ferniture, il progetto di Julia Jacklin, Elizabeth Hughes, Ryan K Brennan e Tom Stephens, che debuttano con un album omonimo su Transgressive.
“Ero entrata direttamente nella musica folk”, dice la Jacklin, “quindi ogni esperienza che avevo avuto sul palco suonava musica triste con una chitarra in mano. Ho pensato: mi piacerebbe sapere cosa vuol dire far star bene le persone e ballare. “
La casa spirituale di Phantastic Ferniture potrebbe essere il garage ma sono nati in un bar, nello specifico il seminterrato di Frankie’s Pizza a Sidney. Una sera tardi, nel 2014, il compleanno di Jacklin, un abbraccio di gruppo si manifestò tra i flipper, con tutti e dieci i partecipanti che giurarono di formare una band. “Soltanto quattro di noi si sono ricordati il giorno successivo”, osserva la Hughes.
Uniti dai giochi di felce e dall’amore per il tempo libero, la band si incontrava ogni volta che gli orari lo permettevano, scrivendo canzoni e suonando qualche data per un pubblico sempre più devoto. Alla fine fu decretato che non si trattava di un progetto parallelo e che un lp doveva seguire.
Phantastic Ferniture traccia per traccia
Si parte da Uncomfortable Teenager e l’atmosfera è effettivamente molto easy going: una base rock rilassata lascia passare sensazioni per lo più positive senza mai scadere nello sdolcinato.
Tende più abbassate e meno luce all’interno di Bad Timing, che ha un giro di basso molto vivo a guidare le danze. Fuckin’ and Rollin’ ha un messaggio piuttosto chiaro, con il basso ancora in evidenza, ovviamente a sottolineare la voce, vera protagonista del disco.
Veloce e intensa ecco poi Gap Year, che regala sensazioni di chitarra elettrica un po’ più scintillanti. Take it off parte da un accordo singolo, per poi sviluppare soprattutto sensazioni di carattere blues anche piuttosto acidine.
Altro bel giro di basso (il basso ci piace, fattene una ragione) apre Parks, lenta ma corposa, capace di piccole sgasate. L’atmosfera solare si dissipa del tutto in una I Need It molto serrata e pregna di sensazioni molto appuntite.
Dark Corner Dance Floor ha una struttura circolare e anche qualche istinto tribale da consumare. Si chiude con qualche emozione new wave, contenuta in Mummy y Pappa, in grado di mostrare sensibilità diverse.
E’ vero che il progetto dei Phantastic Ferniture suona “facile”, ma non nel senso di “pop” o “commerciale” o “banale”: anzi le canzoni sono ben scritte, curate, arrangiate nel modo giusto e senza compromessi. Quello che emerge è una certa spontaneità, che va a tutto godimento dell’ascoltatore.