La Piccola Orchestra Karasciò pubblica Qualcosa mi sfugge, disponibile dal 24 novembre per Radiocoop. La terza uscita della formazione bergamasca, a due anni dal singolo anti-tormentone estivo Canzone d’inverno e a tre anni dal procedente lavoro Apologia, parla di aspettative mancate, traguardi raggiunti, pugni in faccia, piccole sorprese e grandi resistenze. Il tutto mescolato in salsa folk-pop e sigillato dall’immagine firmata dal pittore Angelo Zanella, un gorilla fra il corrucciato e il pensieroso che con occhi vividi guarda davanti a sé ma anche un po’ a lato, perché sono tempi di grandi cambiamenti e qualcosa in fondo non torna.
E’ nuovo l’approccio della Karasciò in “Qualcosa mi sfugge”: sempre dinamico e sudato, ma anche più ricercato in certi passaggi e con alcuni allargamenti strumentali (synth, archi, fiati) che diventano dettagli significativi. Ciò accade grazie alla collaborazione con il produttore piacentino Giancarlo Boselli, mentre la parte del mastering è stata affidata a Ray Staff, all’AIR Studios di Londra.
Piccola Orchestra Karasciò traccia per traccia
Si parte di fisarmonica ma anche di batteria con A Canzoni Non Si Fan Rivoluzioni, anti-manifesto dal sapore cantautorale e antico. Un po’ più intima, notturna e con aria blues Luna, che pure si riserva qualche libertà nel cantato. Telecommando se la prende con le rivoluzioni da divano utilizzando un’attitudine barricadera ma ironica.
Il Nodo abbassa i toni, anche se il pezzo è costruito in crescita. Respira scopre spazi diversi e i ritmi di un rock piuttosto aperto e aggressivo. Malinconica ma con i sensi del folk Resisto, mentre Qualcosa mi sfugge decide per idee più ironiche. Un bisogno di libertà e di esibizionismo è alla base della moderata Come Mamma Mi ha Fatto.
Necessità di pulizia emerge in Tabula rasa, semplice e diretta, con la voce in evidenza. Passa il Treno è la canzone festaiola che in fondo ci si aspettava fin dall’inizio dell’album. Si chiude con un “giro in maggiore di 4 minuti”, Briciole, malinconico addio all’album,
La Piccola Orchestra Karasciò amplia ulteriormente i propri orizzonti e decide di rispettare pochissimi limiti. Il risultato è un disco convincente e ben realizzato, ricco di canzoni significative sia nel discorso complessivo dell’album, sia prese singolarmente.