Pierpaolo Lauriola, “Canzoni scritte sui muri”: la recensione
Canzoni scritte sui muri è il terzo album del cantautore Pierpaolo Lauriola. Ecclettico, indipendente, l’artista pugliese racconta il suo mondo, le sue certezze spesso messe in discussione, i suoi legami e affetti, e lo fa con la passione del cantautore e la ricerca del musicista curioso.
Pierpaolo Lauriola traccia per traccia
In quei giorni giocavamo a segnare il confine tra chi credevamo di essere e chi eravamo davvero
L’album si apre con Le nostre fragili certezze, uno spaccato di vita dove due anime combattono e cercano di trovare soluzioni ai loro tormenti. Un ritornello funky, in cui chitarre e suoni sintetici creano la giusta atmosfera alla giostra di paura e coraggio che si muove per tutto il pezzo.
Proverò a barattare tutto questo dolore con una nuova canzone
Scudo e riparo è stato il primo singolo estratto dall’album, scelto quasi sicuramente per la sua potenza e delicatezza. Da un flebile sussurro la voce diventa quasi un urlo di dolore e di desiderio di protezione, in cui i protagonisti rimangono sospesi per sopravvivere.
Sono canzoni scritte sui muri che diventano parole che come chiavi aprono i silenzi di questa città
Le Canzoni scritte sui muri sono sensazioni che arrivano a sfiorare la pelle, a far vibrare l’anima, a muovere le tensioni. Riflessioni su quanto ancora c’è da fare, su quanto abbiamo fatto e probabilmente sbagliato, sulla libertà e sulla ragione, ma soprattutto sulla musica e sul suo saper accogliere, sul suo essere madre e amante a seconda dell’occasione.
Ho cancellato e poi di nuovo ricreato
La traccia centrale è L’amaro miele, con i suoi due minuti di pensieri ritrovati dagli appunti di un viaggio, di storie ancora da raccontare. La chitarra pizzicata è la protagonista del brano, insieme all’enfasi crescente creata dalla voce di Pierpaolo Lauriola, che lascia in bocca il sapore dolce e amaro del talento sprecato, della bellezza rovinata dal tempo e dalla noncuranza.
C’è un tempo per morire e un tempo per piantare
E sempre dalla chitarra riparte La memoria, unendosi a tastiere sintetiche e sax, per accompagnarci in un viaggio nei reticoli interiori delle nostre coscienze. Canzoni che prendono forma, rime sciolte e vagabonde che ritroviamo senza sapere come ci siano arrivate, ma sapendo sempre che nulla accade per caso.
Non cercate un percorso l’unica via qui è lo smarrimento
Atmosfera notturna, dove la notte prende alla gola e lascia tracce, in Una goccia pura. Voci nel buio che diventano ancore di salvezza in oceani di rumore, che sanno essere presenza pur non avendo consistenza tangibile.
La musica ci raccoglie stanchi ci culla con una nenia assopita dondolano i rami
Ti reggo al ballo le mani è una delle tracce più intense, non solo dell’album ma dell’intera carriera di Lauriola. Un’impronta importante data dalla memoria di De André e della sua Disamistade, in un ballo virtuale tra madre e figlio, in cui si chiede perdono, si cerca conforto, ci si perde nell’amore e sulle note di pianoforte che emozionano e cullano.
Può avere un odore la gioia e io lo ricordo bene
Dall’essere figlio al metterne uno al mondo: Da uomo a padre è un viaggio delicato sulla libertà e la spensieratezza dell’essere giovani, il calcio come simbolo della gioventù, e la maturità di iniziare a scrivere, a suonare e a generare vita nuova oltre il nostro orizzonte. Domeniche di campionato e domeniche in famiglia, confini labili e tenerezza senza tempo.
Canzoni scritte sui muri è un album ricco di contenuti, di ricerca sonora, di forza d’animo, di voglia di comprendere e di essere compreso. Emozioni che sfiorano tutte le dimensioni dell’essere umano, accompagnate da musiche ricercate e appassionanti, che sicuramente ha bisogno di essere ascoltato e riascoltato per catturarne tutte le sfaccettature. Come del resto è necessario fare per ogni cosa bella che si incontra lungo il percorso.