Pollo Shock!: intervista, recensione e streaming
Un po’ di ironia e molto rock’n’roll caratterizzano le evoluzioni dei Pollo Shock!, band nata neanche tantissimo tempo fa e molto attiva anche grazie a un disco, omonimo e autoprodotto, che puoi ascoltare in streaming qui sopra. Abbiamo rivolto qualche domanda alla band.
Potete riassumere la vostra storia fin qui e spiegare il nome della band?
Per rompere il ghiaccio, diciamo subito che all’inizio non eravamo né Pollo Shock, né Rock’n’Roll! Tutto è nato, nel 2013, da Giova ( chitarrista) e i’Grampa ( bassista) che, volendo fondare un gruppo di cover metal, hanno poi chiamato i’ Barchio (batterista) e i’Piombo (cantante). C’è stata subito una fortissima alchimia tra di noi e, già dopo poche settimane, abbiamo deciso di non legarci troppo a un genere e sono nati i primi due pezzi: “Mantide” e “Il mezzogiorno di fuoco”.
Per il nome, invece, galeotta fu la pizza di Piombo: non riuscendo a trovarne uno adatto, ci siamo trovati a casa del Piombo e, dopo aver mangiato, e soprattutto bevuto, quel tanto che basta, abbiamo scritto su dei bigliettini parole singole, poi pescate a coppia. Le estrazioni ci hanno regalato gioie incredibili e sono stati diversi i nomi papabili ( “Puffi cannibali” era notevole!), ma, appena pescato “Pollo Shock!”, abbiamo capito di aver trovato la nostra identità.
Da quel momento, abbiamo continuato a comporre e a esibirci dal vivo, tenendo sempre in mente un concetto ben chiaro: “Da un gruppo chiamato “Pollo Shock!”, ci si può aspettare qualsiasi cosa!”. Trascorsi pochi mesi abbiamo registrato una demo e, dopo poco meno di un anno, il primo album. In tutto il nostro percorso non abbiamo mai snaturato il nostro modo di essere e di fare: siamo ragazzi lavoratori a cui piace divertire, divertirsi e, con un tocco di ironia e, avvolte, malinconia, raccontarci.
Per tutto il resto, c’è l’album!
Con quali umori e sensazioni avete affrontato il lavoro sul disco?
Registrare l’album è stata un’esperienza unica per tutti e l’abbiamo affrontata con allegria e serenità. Non ci siamo mai arrabbiati l’uno con l’altro, ma sempre spronati a dare il massimo. Le giornate passate in quel garage sono state tra le più belle e divertenti dei Pollo Shock! e Samuele (l’independent producer che ci ha seguito), la cui pazienza verrà decantata da menestrelli per decenni, ci ha dato ottimi consigli, suggerimenti e un prodotto finale che spacca davvero di brutto!
Quali sono state le difficoltà maggiori che avete incontrato nel realizzare il disco, se ci sono state?
Onestamente? A parte il Grampa che non sapeva alcune canzoni…. il freddo ! ( c’era solo una stufetta elettrica!) Poi i bar e pizzerie chiusi ogni volta che s’aveva fame!
Come nasce “Soldato di piombo”?
“Soldato di piombo”nasce da delle splendide composizioni di Giova e dal riadattamento di una poesia di Piombo. È stato incredibile ascoltare il risultato finale: sembrava quasi che musica e testo fossero nati l’una per completare l’altro.
Potete raccontare la strumentazione principale che avete utilizzato per suonare in questo disco?
Ahi qui si tocca una nota dolente! Partiamo dal semplice dai…il Piombo (cantante) usa solitamente un microfono Sennheiser E865 che, di solito, non funziona mai con i mixer che ci danno per le serate :P Il Grampa (Andrea all’anagrafe) usa un Warwick Streamer Standard a 4 corde (suona da Dio!) anche se è in procinto un cambiamento, ultimamente sono spuntati qualche pedalino carino ma che non usa sempre. Il batteraio ha utilizzato una batteria molto carina (fornitaci da Samuele che ci ha registrato) con 1 tom e 2 piatti oltre ai soliti ride e charleston (non usiamo il doppio pedale!).
Alla fine siamo arrivati al più complicato…come ogni chitarrista che si rispetti le pippe mentali sul suono e sulle mille combinazioni possibili spettano a Giova il quale con la sua bellissima Ibanez (e ha una stupenda Schecter a 7 corde che non vuole mai usare il maledetto) e una miriade di pedali tra distorsori, overdrive, memory boy, wah-wah e un armonico con cui ha un rapporto di odi et amo (certe volte proprio non ci sta ma lo vuole usare ovunque!). Mille suoni con mille combinazioni diverse… per non parlare della post-produzione e di tutti gli effetti/filtri utilizzati!
Potete descrivere i vostri concerti? Quali saranno le prossime date che vi vedranno coinvolti?
I nostri concerti son bellissimi, che domande! :P A parte gli scherzi, nelle nostre esibizioni live cerchiamo di coinvolgere il pubblico, alternando i nostri pezzi a battute e gag brevi improvvisate (a volte anche comprando a chi ci ascolta con qualche birra omaggio!). Il nostro obbiettivo è riportare la stessa atmosfera delle nostre sale prove sul palco e mostrarci per quel che siamo: ragazzi normali, a cui piace la musica e le emozioni che dà.
Per i curiosi, la prossima data certa è il 4 febbraio al pub “The Wall” di Pistoia, serata in cui, con l’aiuto del pubblico, cercheremo di registrare il nostro primo official video! Chi non viene è uno sciocco pollo!
Chi è o chi sono gli artisti indipendenti italiani che stimate di più in questo momento e perché?
Be’ ognuno ha i suoi gusti nel gruppo… c’è chi va dall’heavy metal, a chi piace il rock classico… Come in ogni gruppo ci sono gusti e idee differenti però i gruppi indie che più ascoltiamo (e magari incosciamente prendiamo spunto) sono I Tre Allegri Ragazzi Morti (uno dei gruppi preferiti del cantante, Piombo), i Teatro degli Orrori, Sick Tamburo (amati dal Piombo e dal bassista Andrea) e i Meganoidi (anche se ci manca qualche strumento a fiato :P).
Potete indicare tre brani, italiani o stranieri, che vi hanno influenzato particolarmente?
Numi… scegliere 3 brani è veramente dura! Posso dirti che, in ambito internazionale e non indie, i Red Hot Chili Peppers sono un gruppo a cui guardiamo molto e che sono adorati dal bassista (Andrea, intervengo io sceglio “By the Way!”), l’Aquila e il Falco dei Pooh (incredibile vero???) e infine Me And Mary Jane dei Blackstone Cherry. Insomma tutte canzoni che presentano dei riff potenti, ritornelli orecchiabili e che si ricordano facilmente… una musica che spacca insomma!
Pollo Shock traccia per traccia
Vogliamo il Rock’n’Roll è una dichiarazione d’intenti piuttosto diretta e chiara. Insieme a Gli Occhi della Luna, che segue, immerge l’ascoltatore in un’atmosfera in certo modo vintage e tradizionale, dal punto di vista del R’n’R con qualche traccia blues. Un boccale di Rum invece si incammina su percorsi narrativi diversi, rifacendosi alle ballate del mare di origine piratesca.
Con Mezzogiorno di fuoco ci si avventura invece in contesti western, anche se l’ambiente sonoro è per lo più affine all’hard rock. Approccio diretto e ruvido quello di Prigioniero della libertà, mentre Soldato di piombo mette in evidenza prima il giro di basso, poi i riverberi della chitarra, con un brackground un po’ più oscuro rispetto al resto del disco.
Con un titolo che fa pensare ai Pearl Jam ma con suoni di rock più classico, ecco Evoluzione, che mostra qualche traccia di rock sinfonico. La veloce Ametista mette in evidenza la rapidità del cantato, puntando sempre su un impatto consistente. Gravità Zero denuncia in modo aperto le influenze dell’heavy metal 70s-80s (vengono in mente gli Iron Maiden, in particolare). Il disco si chiude con Mantide, brano improntato evidentemente a rapporti non semplici con una signorina attraente ma difficoltosa, sempre su idee di rock roboante e con chitarre molto vive.