Psicologi, “Trauma”: recensione e streaming
Si intitola Trauma il nuovo album degli Psicologi, e in effetti mai titolo fu più azzeccato. Un ritorno carico di aspettative: prodotto da Bomba Dischi, è figlio del successo dell’esordio e dei singoli che ne hanno anticipato l’uscita con milioni di ascolti su Spotify. Lil Kaneki e Drast tornano da vincitori, con una serie di collaborazioni a impreziosire ulteriormente le varie tracce, che spaziano tra tematiche attuali ed eterne, tra amore, amicizia e paure quotidiane. Una valvola di sfogo, una necessità da liberare per sentirsi meglio, e un pensiero fisso: da un trauma possono nascere risvolti positivi.
Drast racconta così l’uscita dell’album:
Quando è uscito il doppio ep avevamo 18 anni ed era un disco figlio delle esperienze pregresse fino a quel momento che prima di allora non eravamo riusciti a mettere per iscritto, accompagnato da un immaginario quasi horror. Con Millennium Bug avevamo 19 anni ed è legato a doppio filo al mondo digitale, il macrotema è noi che siamo cresciuti nella e con la tecnologia. Due anni dopo invece abbiamo trovato la nostra valvola di sfogo nel raccontare la vita attorno a noi, quindi meno immaginazione e più realtà, la realtà nostra e delle persone che abbiamo accanto, i nostri amici. Il titolo Trauma nasce esattamente da questo, è il minimo comun denominatore tra noi e loro, e non ha necessariamente una valenza negativa, perché in un trauma possono anche esserci risvolti positivi. Va inteso come una sorta di riassunto partorito dal racconto delle nostre vite che noi abbiamo semplicemente cercato di mettere sotto uno stesso tetto. Anche il concept della cover parte da questo spunto: da piccoli eravamo felici e spensierati, guardaci ora invece come siamo diventati
Lil Kaneki aggiunge:
Il motivo per cui l’album si chiama Trauma si spiega nella stessa scelta del titolo, a me ha permesso di costruire una porta dove porte non c’erano. È stato realizzato nel periodo contemporaneamente più brutto e più bello che io abbia mai vissuto, rappresenta i nostri amici e tutte le persone che mi sono rimaste a fianco in questo momento in cui sono stato male
Psicologi traccia per traccia
Il soffitto che va a pezzi / Ho lasciato le chiavi su / Spero solo che capirai / Quante volte ho detto: “Non lo faccio più”
Trauma si apre con NLFP, in compagnia di tha Supreme, entrando subito nel mood: io prometto ma non so mica se riesco a mantenere. E almeno ho la sincerità di ammetterlo. Sempre riconoscibile il marchio di tha Supreme, sempre accattivante il ritornello degli Psicologi, tra soffitti che cadono a pezzi e speranze lasciate lì a morire.
Non hai neanche più la forza di combattere / Provi di tutto per provare qualcosa / Ed il tuo libro perde sempre più pagine / E tieni stretti i pugni dentro le maniche
Malinconica nonostante le apparenze, si prosegue con Pagine, fotografia tra vocoder e ritornello accattivante di una piccola, grande sofferenza, quella che porta a non alzarsi dal letto e a voler a tutti i costi trovare una soluzione senza sapere da che parte girarsi. Non c’è aria di tempesta ma dentro continua a piovere, anche se non si vede, anche se si fa finta di niente. Si canta, si torna al rap, in un crescendo emozionale.
Che ci fai tu nei miei sogni / Perché non resti nei ricordi / Mi hai insegnato a mettermi a nudo / E ora sono uno sconosciuto
Già scelto come singolo, Fiori morti spacca in due fin dal primo ascolto. Un amore finito, e probabilmente finito male. Una serie di pensieri che sarebbe meglio non fare, ora che è andato tutto in fumo, eppure dire ancora una volta che l’amore non è finito sembra quasi un’ultima ancora di salvezza. O forse no. Tra urban e pop, tra vocoder e rime, resta solo una confusione mista a disperata rassegnazione.
Fuori c’è il sole e non si scioglie la neve / E grido ancora contro quella parete / Non so chi sono e neanche cosa volere / Ma va tutto bene
Ancora una botta di malinconia, introdotta da un pianoforte e dalla voce rotta che prova a rompere il silenzio con un grido di aiuto, che però non riesce a ottenere la risposta che aspettava. Perché da fuori sembra sempre che vada Tutto bene, anche se poi dentro abbiamo l’anima a puttane.
È che certe cose proprio, giuro, non le so fare / E vorrei fossi l’inizio di ogni nuovo finale
Provvidenzialmente arriva Ariete a sollevare l’Umore degli Psicologi: qui l’amore è ancora in fiore, sta sbocciando e avvolge tutto quello che incontra, come una valanga, dove tutto è accentuato perché tinto di rosa. Il mood di Arianna ben si sposa a quello di Lil Kaneki e Drast, con cui condividono l’etichetta e un’attitudine un po’ sporca e sicuramente efficace.
Persi in mezzo ai flash portami con te / diventiamo colore
Quasi spensierato, arriva Colore a tingere di entusiasmo quel che tocca. C’è ancora l’amore di mezzo, ça va sans dire, ma ben venga se lascia un attimo da parte i brutti pensieri. E qui si balla, si esplora, si va avanti cercando un futuro possibile, cercando posti nuovi per capire se addosso ci stanno bene.
Adesso che cammino solo / Non so nemmeno quante miglia ho messo tra chi sono e ciò che ero
Non cala il ritmo, arriva anche Franco126, ma ci si trova di nuovo in un’atmosfera fumosa e malinconica. Libero viaggia tra la nostalgia del passato e la flebile speranza di riuscire a trovare la via di fuga, magari in due. Un’amalgama che funziona, che fa male ma non subito, non troppo almeno.
E scusa se divento acido, ma nessun altro ti dirà / che anche non avessi un euro, non avessi niente, io resterei qua
L’onda dello spleen si lascia cavalcare: Acido ha il ritornello da classico del pop, impastato con fondi di bottiglia e una stanza con troppo fumo. Ancora un amore che finisce sempre dove fa più male.
E lo stato non dà rimedi, sai, ma ti reclude come soluzione
La soluzione ai problemi sono le Medicine, e gli Psicologi non si stancano di ripeterlo in quello che è uno dei pezzi più interessanti dell’album. La facilità con cui si altera l’umore e la percezione utilizzando sostanze è evidentemente protagonista del brano, con un che di rockeggiante che fa sempre piacere.
Luci accese, strade buie, locali terribili / Venerdì, amami, per terra nei vicoli
Quasi sul finale arriva 1312 (“Acab” la traslitterazione numerica) che incornicia un quadro buio e lampeggiante, che sa di serata iniziata male e finita peggio, in un venerdì sera che è diventata mattina.
Due uomini si baciano sopra di un prato ed è così normale / pensa che bello vivere senza più odiare
Una serenata per Roma, singolone da 21 milioni di ascolti su Spotify, Sui muri farebbe accendere gli accendini ai concerti, se andasse ancora di moda. Si vive l’amore, la normalità, il ritorno a casa, perché Roma sa essere ingombrante sia quando sei con lei, sia quando te ne vai.
Da novità a certezza, gli Psicologi con quest’ultima uscita consolidano il loro successo, arrivando a incuriosire anche una nuova fetta di pubblico. La rabbia va a passeggio con la nostalgia, cercando uno sfogo, trovandolo ogni tanto.