Psiker: intervista e recensione
Si chiama Momentum il nuovo disco di Psiker, nuovo lavoro dell’artista che parte dal synth pop per allargare un po’ gli orizzonti sonori. Lo abbiamo intervistato.
Smoking, titolo del disco “Momentum”… Ti stai proponendo come lo 007 del synth pop, vero?
Me lo stai facendo notare tu… non era voluto. Però è interessante questa tua interpretazione. In copertina, ho scelto lo smoking per esaltare la differenza rispetto allo villa distrutta, presente sullo sfondo.
Una metafora con la quale rappresento il mio 2018, che tanto ha influenzato questo nuovo album. Un anno difficile, in cui tutti gli equilibri sembravano rompersi uno dopo l’altro.
Non ho ceduto e ne sono uscito vittorioso. Lo smoking è stato scelto come simbolo di forza. Ho deciso di intitolare l’album “Momentum”, già nel 2017, durante il mio viaggio in Irlanda, nelle Contea di Donegall.
Visitare la terra che ha dato i natali a molti degli artisti che ascolto fin da ragazzino, avrebbe dovuto dare all’album un sound più irlandese. Forse sarebbe stato così se il disco fosse uscito come previsto nel 2018 (due anni è di solito il tempo che è trascorso tra la pubblicazione di un mio disco e quello successivo).
Ma il 2018 è stato un anno imprevedibile anche in questo e, In seguito a rallentamenti inevitabili, del progetto è rimasto solo il titolo dell’album e la canzone di apertura “Fabula”.
Un cosa che non ho mai detto: nella scelta del titolo di un album, da sempre, mi impongo che esso rispetti due requisiti di base. Il primo è che sia composto da un’unica parola, il secondo è che la stessa sia comprensibile sia in italiano, sia in inglese.
Il titolo dei miei ultimi album, contengono inoltre il loro numero progressivo. Momentum è il mio 12° album (6 distribuiti e 6 senza distribuzione). Il colore delle 3 “M” nel logo, è stato scelto in maniera tale da poter contenere
Il simbolo “IV” (numero romano 4).3X4=12. Ecco, come sempre finisco per parlare di numeri…
Ci siamo sentiti l’ultima volta dopo “Maximo”. Che cosa è cambiato da quel disco a “Momentum”?
Sono cambiati i musicisti: ho collaborato con musicisti internazionali. Sono cambiati i testi: ho scritto testi più riflessivi, meno ironici. E cambiata la lingua: sono tornato al cantato in inglese.
E cambiata l’art direction: ho abbandonato gli sfondi decontestualizzati tipici delle mie copertine. Non è cambiato il mio modo di scrivere canzoni e il mio amore per la musica.
La mia intervista peraltro quella volta si intitolava “Esaltando il synth pop”. Mi sembra che il nuovo disco si muova anche su altri fronti sonori.
Ho provato a mischiare un po’ le carte, per non rischiare di ripetermi. Così ho deciso di collaborare, nella fase finale di produzione, con Jonny Fitch, un giovanissimo musicista di Belfast. Insieme, partendo dai demo, abbiamo provato a rendere le canzoni più contemporanee, dato che il sound anni 80 e 90 ha da sempre una spiccata influenza nelle mie produzioni.
Il risultato… lascio a voi i commenti…
Mi racconti qualcosa delle ispirazioni e delle lavorazioni del disco?
Volevo che il disco fosse il più internazionale fra quelli che ho prodotto fino a oggi. Per farlo, oltre a scriverlo in inglese, ho selezionato su Instragram i musicisti con i quali collaborare.
Jonny Fitch, da Belfast, ha suonato chitarre e basso e si è occupato delle programmazioni aggiuntive, mix e master. Hunbjorn, da Copenaghen, ha impreziosito il tutto con la sua voce in alcune tracce.
China, filo conduttore con il mio passato, ha suonato il flauto nella prima e nell’ultima traccia. Io, pur seguendo ogni singola fase, inclusa la parte grafica che ho realizzato personalmente, ho cercato di lasciare il giusto spazio alla creatività di ciascuno.
Mi racconti come nasce “Magic”, il primo singolo?
Magic è dedicata a una persona a me molto cara. Un giorno, parlando della vita in generale, gli chiesi che cosa avrebbe cambiato. La sua risposta, così lontana dal mio modo di vedere le cose, fu: “tutto” e rimasi folgorato.
Tornato a casa ho provato a immedesimarmi in lui ed ho scritto questo testo, che di autobiografico ha solo il riferimento al fatto che siamo nel 2020 e io, essendo nato nel 1980, compio 40 anni.
La canzone parla del desiderio di poter ricominciare da zero, partendo dai propri sbagli. Riuscire a superare i propri limiti, anche se per farlo, è necessario l’aiuto della magia.
Il video è stato girato dai miei storici registi-compagni di viaggio Stefano (Peg) Perego e Maria Bryzhko, nella stessa villa da cui è tratto la scatto in copertina.
Psiker traccia per traccia
Pianoforte e una certa tensione su orizzonti sonori vasti: l’apertura di Fabula si configura da vera e propria ouverture, con un certo senso epico.
L’incertezza nei confronti del futuro e una certa tensione si sviluppa in What’s Gonna Happen. Toni electro-pop e un certo dialogo che si sviluppa sui ritmi veloci e plastici di Magic.
Suoni profondi quelli che propone Days, che parla del tempo che scorre e che ha un andamento tra synth pop e new wave, con archi a supporto.
Ambienti più seri, anche se non proprio cupi, quelli attraversati da We Play. Ritmi chiaramente dance quelli sviluppati da Out of Office.
I toni si fanno moderati e malinconici con Framework, sostanzialmente una ballad electro. Protection, titolo che evoca sensazioni e precedenti drum’n’bass, lavora su temi moderatamente notturni.
Un telefono che squilla, un velo di malinconia sono gli elementi su cui si costruisce Worries Have No Power.
Temi morbidi e cori femminili per Silence, brano che si allunga verso la conclusione, con passo ragionato.
Un nuovo lavoro fresco per Psiker, che non abbandona le linee del synth pop ma allarga un po’ i confini del proprio sound, miscelando influenze e ispirazioni.