A cinque mesi dall’uscita di Geografia di un corpo i Santo Barbaro pubblicano Radiografia di un corpo, ep acustico in download gratuito che comprende la rilettura di cinque brani del disco.
L’ep, come il suo predecessore, è stato anch’esso registrato in una sola giornata (lo scorso 7 marzo al Teatro Vittoria di Pennabilli da Franco Fucili, che si è occupato anche del mix) e si basa sull’interplay di due musicisti, cosi come era stato per i nove musicisti di Geografia di un Corpo.
Ad accompagnare questa volta Pieralberto Valli (voce e chitarra) non ci sono basso, batteria e chitarre elettriche ma il violoncello e il pianoforte di Daniele Rossi.
Si apre con i toni sommessi di Finché c’è vita, che comincia con una vibrazione e che evolve su un’atmosfera blues, scarna al punto da far emergere il testo in totale evidenza.
Cosmonauta si muove sulle note della chitarra, con una dolcezza molto intima. L’arrivo del violoncello non muta comunque l’orizzonte placido.
A seguire Corpo non menti, che qui si orienta principalmente la traccia lasciata dal violoncello. Da registrare un’atmosfera comunque piuttosto serena e la voce che si occupa di appoggiare le parole, non di scagliarle.
Al contrario sono molto cupe le idee che introducono In memoria di nessuno, e il pezzo si sviluppa come sotto un cielo in cui le nuvole si accumulano poco a poco.
Il titolo dickiano e le influenze CSI emergono in piena potenza con questa versione di Lacrime di androide, l’unica in cui Valli alza davvero la voce.
I brani dei Santo Barbaro, spogliati dall’elettricità, ribadiscono ciò che già si sapeva: che la sostanza del lavoro di Geografia di un corpo è molto robusta, e anzi riesce a guadagnare di livello dall’intensità fornita dall’esperienza acustica.
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