Si chiama Haiku il nuovo disco di Ranter’s Groove: è un album sul Giappone che prende spunto e rende omaggio ai brevi componimenti di Masaoka Shiki. L’ idea caratterizzante del suono di “Haiku” è quella di fondere ritmo e suono concreto nel minor tempo possibile rispettando l’essenza e il minimalismo che caratterizzano i versi dell’ autore.

Ciò che ne è scaturito sono micro-composizioni che ribaltano l’immaginario tradizionale statico-meditativo legato alla dimensione degli haiku. Ranter’s groove ne offre una visione dinamico-futurista, una serie di danze e ossessioni ritmiche scandite dalla lettura dei versi.

L’artwork del disco è stato curato dall’artista giapponese Daisuke Ichiba. Come per tutte le nostre produzioni anche di “HAIKU” verranno rilasciate 100 copie di cui 30 saranno edizioni limitate.

Ranter’s Groove traccia per traccia

L’apertura del disco è con L’uomo che ho incrociato, breve componimento con un fondo di industrial e qualche loop vocale che apre su note piuttosto cupe.

Liquida la seguente Per attraversare il fiume, concentrato di diverse sfumature acquatiche. Volta sempre la schiena parte da una voce ma poi sviluppa mormorii sotterranei e strutture minimali.

Il minimalismo è del tutto presente anche in Marciando solo, che si basa su un singolo suono che echeggia, sotto al quale si sviluppano trame con attinenze melodiche.

C’è un’iterazione anche in Giorno dopo giorno, che si muove un passo per volta. E le componenti di base si ritrovano anche in Attraverso il bosco.

C’è molto maggior senso del dramma invece in Dopo l’inondazione, altro pezzo acquatico in cui però i suoni liquidi finiscono come strozzati.

Dopo la voce introduttiva Un primo petalo cade si trasforma un sibilo che fa contrasto con rumori gutturali. Altre situazioni dinamiche si verificano in Processione di formiche.

Minacce e suoni vetrosi si accumulano ne Le nuvole si addensano. Invece Delle pietre sgretolano dal muro parte pianissimo per poi crescere, fra rumori che rimbalzano.

Nessuno ripercorre sentieri industrial, fra piccole frizioni appena accennate. Per suonare la campana invece è impostata su vibrazioni e voci con eco.

Dove gli heike morirono cresce piano, ha qualche piccola impennata ma è basata soprattutto su un substrato di voci mescolate.

Voci filtrate e una forte tensione aprono Una macchia di sangue, prima che La lanterna si spegne chiuda il disco su sensazioni interrotte.

Forse sarebbe stato necessario uno sforzo di sintesi maggiore (il che è paradossale, parlando di haiku) nel numero dei pezzi pubblicati, ma quello di Ranter’s Groove è un disco interessante e capace di smuovere sensazioni importanti.

Genere: sperimentale

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