Cinquanta UrlantiSu TraKs sei abituato a vederne di tutti i colori, ma di dischi come il nuovo della Banda Rulli Frulli non ne escono proprio tutti i giorni. Ricapitoliamo: la Banda Rulli Frulli è un numeroso collettivo che coinvolge 65 ragazzi dagli 8 ai 30 anni diversi per capacità, genere e abilità ma accomunati dallo spirito di fare musica insieme. Un progetto originale nato all’interno di una scuola di musica, la Fondazione Carlo e Guglielmo Andreoli.

Il terzo e nuovo disco si chiama Cinquanta urlanti, e unisce quattro pezzi inediti a una selezione di featuring con artisti del panorama indipendente italiano andando a comporre la colonna sonora del nuovo spettacolo (Cinquanta Urlanti). Le sonorità dell’album sono ottenute attraverso strumenti unici creati dai ragazzi della Banda reinventando materiali cosiddetti “di recupero”, come grondaie, cestelli di asciugatrici, bidoni, tubofoni, griglie di pentole.

Banda Rulli Frulli traccia per traccia

Si parte con Cinquanta Urlanti, pezzo simbolico nonché riff ripetuto a loop su ritmo medio, con qualche svasatura di chitarra che qui e là offre un tono rock al pezzo. Assalto tribale, con il contributo di Luca Mai, mantiene le promesse del titolo, con un’apertura molto forte a livello ritmico: nel prosieguo del pezzo entrano cori e spigolature di sax.

Anche Wilson può contare su un riffetto apparentemente leggero ma piuttosto assassino, con qualità funky che emergono nel corso del brano. Il ritmo è ovviamente centrale in tutti i brani, ma soprattutto in composizione come Vento in poppa, anche se in casi come questo si conferma la capacità di costruire nel modo giusto sullo scheletro costruito dalle percussioni.

Molto corposo e articolato il suono di Orsa polare, un vero brano post rock internazionale, mentre Linea d’ombra, con Stefano Pilia, si mantiene su sonorità molto contenute, almeno all’inizio, prima che il martello delle percussioni entri nel discorso. Shake around the fool accoglie la voce di Bob Corn, ma si coglie la volontà di non farne una “normale” canzone rock, soprattutto in un finale molto “percussivo”.

Discorsi molto fluidi quelli condotti intorno a KRAKEN, canzone che ha un mood jazz, ne è consapevole e ci gioca finché si può. Si chiude con A un passo dalla Luna, altro episodio curioso: cantata a mo’ di coro degli Alpini (giusto un filo meno coordinati) la canzone è un regalo dei Tre Allegri Ragazzi Morti, ben noti estimatori della Banda. A cantarla, a cappella, i papà dei numerosi componenti della Banda stessa.

Un’altra prova positiva, quella dei Cinquanta urlanti della Banda Rulli Frulli, che si conferma tra le espressioni più originali della musica strumentale italiana, ma che conferma anche di essere in grado di affrancarsi con buona proprietà anche dall’aggettivo “strumentale”, di tanto in tanto.

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