Recensione e streaming: Russo Amorale, “ep”
Russo Amorale è un cantautore francese di origini italiane, all’anagrafe Ugo Russo, nato nel 1991 in un piccolo borgo della Lorena post-industriale. Rampollo di una famiglia italo-francese di muratori, macellai, insegnanti e artisti del quotidiano, la sua scelta di cantare in italiano è insieme una ricerca poetica, intima e familiare.
I testi di Russo Amorale fondono i luoghi delle peregrinazioni del cantautore: Reggio Emilia, Nancy, Lione, Bologna, Parigi si mescolano per creare una nuova geografia mentale. Con suoni elettrici ed elettronici ma con la voce e le parole sempre in primo piano, il suo ep d’esordio si compone di cinque canzoni di notevole interesse.
Russo Amorale traccia per traccia
La finta tautologia de L’emergenza di emergere apre il disco con ottime dosi di rancore: c’è qualcosa del vecchio Nick Cave nel modo di porre, con astio continuo e oscurità, le istanze di una canzone che sembra uscire dal fegato. Un po’ più placati il ritmo e l’umore di Fossato 41, che si appoggia su un lessico spesso ricercato e su racconti bolognesi sghembi, tra il rinascimento italiano e Raymond Carver.
Il coté francese riemerge, facendo ricorso anche a sonorità un po’ più articolate, in Torrione 10, evidente contraltare del brano precedente con ritmi simili ma facce differenti. Voce e chitarra acustica sono sufficienti per Le cose (che ti fanno prendere male), altro pezzo piuttosto avvelenato. L’ep si chiude con Galileo, che altrettanto apre con voce e chitarra, ma fa ricorso, un po’ a sorpresa, all’inglese.
Un ep molto ispirato, convincente soprattutto nella prima parte, originale e concreto. Russo Amorale dimostra una notevole maturità e porta nella propria scrittura le proprie esperienze preferendo un approccio torrenziale invece che centellinarle poco per volta. Un approccio che funziona.