
Fiumi traccia per traccia
Dopo l’introduttiva e strumentale Collisions, si approda a Brainfog, che dalla nebbia cerebrale fa emergere un suono indie piuttosto ovattato e diffuso, ma non privo di elettricità. C’è maggiore energia in Universal Clock, disegnata su idee semplici e in crescita graduale.
In the Noise parte da effetti che con il “noise” hanno qualcosa a che fare, ma poi sviluppa una traccia fluida e morbida. Molto più incisiva e ritmata invece Fail (a Gurgle into the Mind), che segue a passo molto rapido.
Si scende in ambienti più intimi con Levels, guidata dalla chitarra e dalla voce, in progresso e in aumento di volume fino a una pausa meditativa centrale che spezza in due il brano. Si riprende a correre con Startrain & Psychotrain, probabilmente il pezzo più energico del disco, con qualche pizzico di post grunge (Smashing Pumpkins/Sunny Day Real Estate) che rimane nell’aria.
Sonorità non troppo dissimili ma ritmi leggermente più frenati in Gyratorious, che poi apre a paesaggi sonori più vasti e diffusi. Wait your Swindle abbassa il ritmo ulteriormente e mette in evidenza un drumming più corposo, in attesa di un finale che si pone su piste psichedeliche. Il disco si chiude con The Fat Sea Theme, la title track, che si rivela essere un pezzo che regala qualche cambio di ritmo e buone traiettorie in aria rarefatta.
The Fat Sea Theme si dimostra disco dalle atmosfere molto varie e ben disegnate: i Fiumi portano nelle sonorità del disco tutta l’esperienza accumulata lungo gli anni, comprese le tournée affrontate, per un risultato complessivo molto godibile e interessante.