Proprio in questi giorni si sta celebrando il Rock Contest: uno dei vincitori passati del premio “Ernesto De Pascale”, assegnato nell’ambito del Contest è Il Geometra Mangoni, progetto solista di Maurizio Mangoni. Voce e chitarra dei Muriél, Il Geometra Mangoni oggi pubblica L’anticiclone delle Azzorre, nove tracce di pop-rock elettronico dal sapore autorale.
Il Geometra Mangoni traccia per traccia
La vocalità particolare del Geometra Mangoni colpisce fin da subito, a partire da E’ tutto qui, appoggiata su un tappeto elettronico che si arricchisce di suoni e di luci man mano che il brano procede e acquista ritmo.
Ci lasceremo persegue strade simili, sospese tra un ritmo piuttosto intenso e una melodia che sa farsi piuttosto dolce, con l’ausilio non secondario del pianoforte. Un altro inverno, portatrice di istanze pop piuttosto schiette, segue linee nel complesso più semplici (a volte troppo).
Fra giorni e poesia ha un’introduzione fuorviante, ma poi si immerge in un tunnel di sonorità ovattate. Più articolata la struttura de La danza della formica, che varia immagini e atmosfere, passando da un’anticamera elettronica verso ambienti diversi e più rockeggianti.
Voce di bimbo e musiche dai sapori antichi in apertura a Organetto arancione, che poi procede facendo dialogare di nuovo suoni elettronici e analogici. La domenica è un pezzo ritmato ma con bagliori all’orizzonte e con un respiro crescente in modo graduale.
Atmosfere morbide anche all’interno di Domani, che pure non rinuncia a cadenze piuttosto marcate. L’ultima estate insieme alza (relativamente) la voce e il ritmo, utilizza i cori e dipinge con colori differenti tra loro.
Un album con molti spunti freschi e con una certa varietà di fondo, L’anticiclone delle Azzorre: il Geometra Mangoni piace di più quando non segue troppo le inclinazioni pop (che non sono un male di per sé, ma se scivolano verso ripetizione e banalità danneggiano) e quando tiene l’asticella più alta.