Primo album per i Giulia’s Mother: Truth, pubblicato da INRI, che punta a una “verità artistica non condizionata”. La formazione è composta da due soli elementi, Andrea Baileni (voce e chitarra) e Carlo Fasciano (Batteria).
L’album prende vita nello storico studio torinese Dracma sotto la supervisione di Carlo Ortolano. I dieci brani del disco sono incisi in presa diretta, utilizzando soltanto ciò che è possibile portare su un palco.
Giulia’s Mother traccia per traccia
C’è alternanza di pieno e di vuoto nella traccia introduttiva, Happiness, che è tutto tranne che felice. Le percussioni si fanno sentire in maniera concreta, ma c’è un gusto per l’arpeggio di chitarra piuttosto elaborato.
Say Nothing prosegue su linee simili: l’atmosfera è cupa e la chitarra si trova al centro della scena insieme alla voce. La struttura del pezzo è però suscettibile di variazioni in corsa, con esplosioni e pause. Si arriva piano al climax in un pezzo come Siù, capace altresì di spegnersi improvvisamente.
Ci si anima, su ritmi e modi folk, con Green Field, comunque non priva di chiariscuri. Il finale del pezzo è corale e di ampie vedute. Si passa quindi a Overwhelmed, intima e contenuta. Il pezzo raggiunge alti livelli di intensità e spessore. Si procede in ambienti intimi, ma sempre soggetti a scoppi (d’ira?) anche con Only Darkness and me.
Me and I (non l’unico esempio di egocentrismo del disco) si articola su un panorama minimal che porta in dote qualche qualità anche pop. Passo leggermente scomposto e dinamiche più spettinate quelle di Candies, che sembra andare in più direzioni contemporaneamente, per terminare con un finale ipnotico.
Butterfly recupera sul piano della delicatezza, anche se il pezzo è costruito in crescita, fino allo stop e ripartenza di metà brano. Si chiude con U, che come sempre alterna momenti di forza con momenti di calma.
Qui e là i Giulia’s Mother si lasciano andare a qualche tessitura un po’ barocca. Ma l’ispirazione è sincera e il disco riuscito, anche grazie alla varietà di scenari proposti.