Recensione: IO e la TIGRE, “10 e 9”
Si era parlato qualche tempo fa di IO e la TIGRE come una delle “Next Big Things” in arrivo dal mondo indie italiano grazie all’ep omonimo (di cui avevamo parlato qui). Ora il duo, costituito da Aurora Ricci e Barbara Suzzi, colpisce ancora, ma stavolta su album, dal titolo 10 e 9.
IO e la TIGRE traccia per traccia
Si parte con artigli già piuttosto affilati in Revolver: i riferimenti beatlesiani si arrestano per lo più al titolo, ma il gioco si fa piuttosto sostanzioso, con il drumming che si ritaglia, anzi, pretende i propri spazi sin dalla partenza, duettando al meglio con la parte melodica e vocale.
L’appuntamento delinea dinamiche relazionali che si muovono tra sonorità 90s lievemente punk. I Santi, già scelta come singolo, ci porta invece all’Inghilterra preraffaelita per quanto riguarda il testo, mentre la musica esce dai lentoni anni Sessanta.
Si torna a rapporti (difficili) con Tu non sei un mio ex, giocosa ed elettrica, con buoni connotati di freschezza, il che vale più o meno per tutto il disco. Lentamente riprova la via della ballad, con discorsi minimalisti ma anche piuttosto romantici, come se dietro la pelliccia punk battesse un grande cuore tenero.
Si torna a giocare con la chitarra in Io e il mio cane, con un finale piuttosto rumoroso. Lui sta sognando si inoltra in percorsi tra folk e psichedelia, e mette in evidenza come alle ragazze le ritmiche degli Zeppelin non siano estranee.
Come un sasso in una scarpa parla di crescita personale con un atteggiamento che non sarebbe dispiaciuto alle Bangles prima maniera. Lei sa si attorciglia intorno a un giro di chitarra, ma è in grado di sprigionare ottime quantità di potenza, racchiuse in due sole sillabe. Si torna a nostalgie pop con Hai vinto tu, agrodolce come molte tracce di un disco così apparentemente spensierato.
Povero Cristo si qualifica per essere piuttosto urlata e densa a livello sonoro. Si chiude con Buonanotte, che si riporta sul versante morbido e vellutato, chiudendo il disco con un tocco di malinconia.
Buone le idee e ottima l’energia spontanea che erutta senza filtri dal disco di IO e la TIGRE: senza ruggire in modo eccessivo, il duo mette sul piatto un disco sostanzioso e di ottima fattura. E ciò che è più importante, i margini di miglioramento e di crescita sono ancor più rilevanti, a promettere un futuro molto brillante.