Recensione: La rappresentante di lista, “Bu Bu Sad”
La Rappresentante di Lista, il progetto musicale dei due attori teatrali Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina, arriva al secondo disco: Bu Bu Sad. Il loro primo lavoro (Per la) via di casa, registrato tra teatri occupati e appartamenti, in collaborazione con Roberto Cammarata (Garrincha Dischi 2014) li ha portati in tour per oltre due anni.
Prodotto in collaborazione con Roberto Cammarata e Matteo Romagnoli, Bu Bu Sad è stato registrato al Donkey Studio di Medicina (BO), missato da Nicola “Hyppo” Roda il disco è uscito per Garrincha Dischi.
La rappresentante di lista traccia per traccia
Inizio quasi timido per Guardateci tutti, con atmosfere timide e in aumento graduale, e la voce in buona evidenza. Poi entrano i ritmi della drum machine, con un senso di synth pop, ma con un testo accurato, a prendere la scena.
Si passa al jazz sintetico di Cosa farò, difficoltosa nel trovare una via d’uscita dall’introduzione ed evoluta nel modo di affrontare ritmi e dimensioni armoniche, fra cori e fiati.
È la voce la protagonista di Apriti cielo, che ha Edith Piaf e Pier Paolo Pasolini fra i riferimenti culturali, ma anche prospettive nu soul nelle atmosfere, di nuovo con l’aiuto dei fiati e questa volta anche del pianoforte.
Siamo ospiti parte da piccoli urli che si perdono lontano e si allargano come onde in uno stagno, in una canzone che si presenta debole ma la cui forza cresce onda dopo onda.
Si procede con Invisibilmente, avverbio che prelude a una canzone che ha aspetti di allegria sonora, in un percorso sempre vivido e molto ritmato, con qualche idea di World Music qui e là. Bora bora al contrario presta il fianco a idee poco serene, crescendo all’interno di percussioni mescolate e di minacce non troppo velate.
Passo serrato e disturbi compulsivi all’interno di Non mi riconosci, storia d’amore e paura che si sviluppa su giochetti e campionamenti minimalisti. La voce provvede tutta la personalità necessaria al brano. Si chiude con Un’Isola, brano di apparente gentilezza, ma durissimo e molto realistico nel testo.
Disco davvero interessante, quello de La rappresentante di lista, in cui idee di buono spessore intellettuale convivono senza conflitti con sonorità studiare ma di buon sapore, aspetti pop non vanno a intaccare assunti di notevole eleganza. E la voce di Veronica Lucchesi che merita una menzione speciale perché tocca vertici davvero considerevoli.