E’ appena uscito per Bomba Dischi, White Forest Records e No-Fi Recordings Etrurya, il nuovo disco del produttore viterbese Lamusa. E’ lo stesso Lamusa a raccontare il disco:

“Un Album innamorato (dedicato) della/alla mia OMB5, una tastiera Elka di metà anni 80 la quale sigla sta per “One man Band”, mi affascinava… I banchi suono mi hanno interamente catturato, strings, organ, marimba e clavinet, nonostante siano evitabile solo in parte (sustain/volume e unione delle 3 diverse sezioni dei banchi con tre fader dalla scarsa sensibilità) , i synths del disco sono loro”.

“La sezione ritmica esce sempre da lei, con la sua drum machine gestibile campione per campione singolarmente assegnati a ogni tasto e con la possibilità di tap writing dei pattern, racchiude perfettamente il significato del suo acronimo “OMB5”. Ad accompagnarla c’è una Korg DDD-1 degli stessi anni e un Egmond 8 al Bass. È stato ogni singolo suono generato a creare il miraggio e lo scenario che poi ho riportato nella tracce, c’è qualcosa di italo, qualcosa di nostalgicamente economico, acido, buio, losco, soft porno, sciolto e poi ci sono sirene che nuotano di notte e ondulando a 100bpm. Tutto ciò esce da un Ampli marvin b70 e cade dentro un registratore tascam 488 a cassette. Questo è ETRŪRYA.

Lamusa traccia per traccia

Il disco si apre con la breve ma cadenzata Jungle in Oasio 2, che lascia presto spazio alle piccole punture di Mermaid 2, già immersa in quell’atmosfera fortemente nostalgica, dal punto di vista sonoro, che caratterizzerà tutto l’album.

My Friend Aede procede su sonorità tra pop ed easy listening, in un piano che non è alieno nemmeno alle ritmiche ripetute di Dazed Island, che la segue, con un buon lavoro sui bassi. C’è qualche sorpresa e qualche dissonanza all’interno di Slow Disco, curiosa evoluzione landscape figlia di colonne sonore vintage.

Italo Zombie invece si muove in contesti leggermente più inquieti, ma anche qui si sente forte l’influsso dei film (non soltanto di serie B) degli anni Settanta. Dissonanze all’opera anche in Rythm & Chord, mentre l’ingresso di Fantasy 82 è piuttosto d’impatto, con una ritmica leggermente irregolare e ancora il basso in evidenza.

одержимость (“ossessione”: non è che d’improvviso so il russo, è che Google translate fa miracoli), si configura per essere un pezzo ricco di ritmo, di nuovo con memorie di film d’antan, periodo Dario Argento-Mario Bava. Un po’ più leggeri gli istinti di Discoteca2, con le tastiere che aleggiano su ritmiche al contrario piuttosto fitte.

Ecco poi Naja Christyi, contraddistinta da una maggiore libertà nella scelta dei suoni e anche nella colorazione dei chiariscuri. Più serrato il discorso di Sex Spell, che si muove in una sorta di semioscurità. Molto più ricco di scintillii AD 1, movimento breve che si libra in arie tenui.

Aleksej, a dispetto del titolo, riproduce sensazioni di sapore orientale (più orientale, diciamo). Si procede verso il finale prima con le oscillazioni di Donna, poi con i suoni ovattati ma contrastati di PornOMB5.

Un disco che ha tratti divertenti e curiosi, senza pretendere di essere un’operazione inedita: Lamusa si regala un’operazione vintage di un certo interesse, avviluppata nella nostalgia ma non priva di qualche brivido.

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