Recensione e streaming: Pluvian, “Notes from the reptile’s mouth”
Si chiamano Pluvian, come l’uccello che ha il coraggio di prendersi il cibo dalla bocca del coccodrillo, e di conseguenza hanno chiamato il proprio disco Notes from the reptile’s mouth.
Ma nonostante il nome precario e la copertina nera, non tutto è oscuro nella musica dei Pluvian, che pubblicano un disco in trio pressoché di sole voci e chitarre acustiche, ripercorrendo sentieri polverosi ma sempre vivi.
Pluvian traccia per traccia
Bluemoon apre il discorso su note acustiche molto soffuse, con un retrogusto un po’ amaro e qualche idea folk-country a balenare sullo sfondo. Ma se l’impostazione di Bluemoon appare tutto sommato classica, My Friend Lu, con voce che gratta leggermente e la tendenza a sollevarsi, fa tornare alla mente altri Unplugged della prima metà degli anni Novanta, soprattutto in zona Seattle.
Let it ride torna ad atmosfere quasi west coast, con cori e melodie più ariose (e qualche piccolo inciampo di pronuncia, almeno a livello di scioltezza). Difficile non vedere un’impronta tra Dylan e Simon & Garfunkel invece in Mr.Benzo, sicuramente molto vintage a livello di costruzione e scrittura.
G Mud parte molto piano e cerca di esplorare con calma ramificazioni di carattere sentimentale, con una certa dovizia di particolari, sempre acustici. The May Song torna su armonie vocali piuttosto vintage, cantate con il sole in faccia. Meno sole e più inquietudine in Marriage Zone, che anzi torna a bagnarsi sotto la pioggia fredda e grunge di Seattle anni Novanta.
Ci sono gli archi (sintetici) ad aiutare il procedere di Little Jenny, che ha tutte le caratteristiche della ballad ancora con qualche accenno vintage (presenti tutte le varie Angie e compagnia delle rock band dei Sixties della British Invasion? “Jenny” suona come se ne fosse la nipote).
C’è qualche concessione a perizia strumentale e vocale in Things between us, probabilmente molto divertente da eseguire e ascoltare anche dal vivo. Note oscure e piuttosto pessimiste quelle di We’ll Never Arise, i cui suoni fanno pensare anche a un’epoca pre-pop.
Adottare un approccio Sixties, vedere il duo acustico più come i citati Simon & Garfunkel o come i Kings of Convenience? Più idee post grunge o più CSNY? Quando i tuoi ingredienti sono soltanto voce e chitarra le possibilità sono molte, ma molte anche sono quelle già esplorate. I Pluvian decidono di omaggiare un po’ tutti i maestri, senza però perdere la bussola e senza finire per fare un album poco personale. Anzi, è consistente proprio la personalità e le sfaccettature mostrate nell’arco di un buon disco.
Pluvian in streaming e free download
[bandcamp width=100% height=42 album=2781132863 size=small bgcol=ffffff linkcol=0687f5]Se ti piacciono i Pluvian assaggia anche: The Shalalalas, “There are 3 las in Shalalalas”