Recensione: Polar for the Masses, “Fuori”

polarNuovo disco per i Polar for the Masses, il sesto della loro carriera, il terzo in italiano, un paio d’anni dopo #Unagiornatadimerda (che avevamo recensito qui). Niente hashtag questa volta per la band vicentina, che si limita a una parola sola per il titolo, Fuori, per un disco che qui e là “tradisce” l’ispirazione punk rock originale ma senza abbassare per questo né il livello dell’energia né quello della qualità delle canzoni.

Polar for the Masses traccia per traccia

Una piuttosto veemente Il mio complice apre le danze dell’album: siamo di fronte a rock nella sua forma più classica, con drumming rumoroso, cori e chitarre. Parte in modo molto aggressivo Un’abile tattica: anche in questo caso ci si schiera apertamente dalla parte del rock, quasi dello stoner vista la durezza dei suoni. L’originario spirito punk della band qui si stempera tra assoli di batteria e una certa tolleranza verso accenni di virtuosismo.

Si torna a correre con Un dono solenne, aggressiva e bruciante, mentre si rallenta un po’ con le corde acustiche de Gli anni della cuspide, che accoglie qualche influenza di songwriting di gusto folk. La buona sorte di Piero (che a un Piero famoso, Pelù, è piaciuta tanto da condividerla sui social) invece schiaccia forte sull’acceleratore .

Marinai rientra nei ranghi, si affida a un drumming variegato, per proporre un pezzo di buona ispirazione e in grado di mostrare tutte le qualità di ispirazione della band. Minore meditazione e qualche stop and go in più in Putiferio, rumorosa e sostanziosa come si conviene. Finale esplosivo e quasi psichedelico con Un cane normale, con climax finale e di nuovo un picchiare convinto sui tamburi.

Disco della maturità o dell’immaturità elevata a sistema, il nuovo dei Polar for the Masses testimonia soprattutto della buona energia, sempre nuova, che la band riesce a sprigionare. Certo magari manca la spallata finale per entrare dalla porta principale del rock italiano, ma bisogna vedere se erano/sono queste le intenzioni dei Polar for the Masses.

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