Un’Epifania, nel senso proprio del termine: uscirà il 6 gennaio il disco omonimo di The Winstons. Dietro i nomi Enro Winstons, Rob Winstons e Linnon Winstons si celano tre ben noti personaggi del rock italiano, qui alle prese con una notevole voglia di giocare, sperimentare e buttarsi in acque non proprio tranquille e non sempre solcate con i loro progetti precedenti.

Il trio Dell’Era-Gitto-Gabrielli, con occasionali aiuti da Xabier Iriondo e Roberto D’Azzan, fa così un esordio che si può fin da subito dichiarare piuttosto notevole.

The Winstons traccia per traccia

Si parte da Nicotine Freak, già nota attraverso anticipazioni e video, che mette sul piatto un grande numero di sollecitazioni psichedeliche, di echi ma anche di tentazioni progressive, non soltanto nella direzione “dichiarata” di Canterbury, ma anche in sensi e modi che al Robert Fripp di un tempo non dispiacerebbero.

Ma il buzz è appena iniziato: ecco Diprotodon, con evoluzioni dapprima delle tastiere, immerse in potenti acque vintage, poi del sax, in grado di colorare di jazz le evoluzioni del brano. Play with the Rebels si ripresenta alla porta dei King Crimson, anche se la canzone poi evolve in sensi diversi, si acidifica, amplifica le sensazioni e discute le proprie tesi con capitoli sui Beatles e sulla psichedelia degli anni Sessanta.

…On a Dark Cloud porta più in alto grazie a suoni d’organo, ma le tendenze cosmiche sono moderate da movimenti sottotraccia. Il passo lento della canzone porta gradualmente ad altezze siderali, là dove si spalancano porte su panorami imprevisti e su sonorità che pescano dalla tradizione strumentale del rock portandola nel post rock del nuovo millennio, o giù di lì.

She’s My Face cambia lato dell’Atlantico e si butta in dimensioni psichedeliche più vicine ai Doors. Si parte in modo del tutto vocale e corale con A Reason for Goodbye, che mantiene l’ascoltatore all’interno di un autobus con targa degli anni Sessanta. I fiati che crescono piano alimentano un fuoco sempre pronto a diventare esplosivo.

Dancing in the Park with a Gun inizia su toni oscuri ma poi si illumina e cammina in dintorni floydiani (epoca Syd) con cambi repentini di scenario. Viaggio nel suono a tre dimensioni comincia con una voce esplicativa dei principi del suono stereofonico, per poi aggredire con un muro sonoro vibrante e compatto.

Si passa così alla tranquilla Tarmac, contrassegnata dal suono del pianoforte e da un andamento piuttosto placido. Infine, perché non chiudere con 番号番号 (Number Number), dolce evoluzione in salsa orientale che presto si trasforma in una crescente nuvola di drago psichedelico?

Un disco sorprendente, per certi versi, con un’attitudine molto calata nel vintage eppure vivissima e molto creativa. The Winstons non cercano di suonare come si faceva negli anni Sessanta-Settanta: suonano come se fossero negli anni Sessanta-Settanta. Il risultato è un disco molto sognante ma molto vero, ricco di sensazioni e che spesso sembra saltare fuori dalle tracce tanto è vivido.

Se ti piacciono The Winstons assaggia anche: O.R.k., “Inflamed Rides”
The Winstons in tour

Merc. 6 @ CITABIUNDA – Asti

Gio.7 @ BLAH BLAH – Torino

Ven.8 @ DRUSO – Bergamo

Sab.9 @ – COVO – Bologna

Dom.10 @ – REASONANZ – Loreto (AN)

Mar.12 @ MARLA – Perugia

Merc.13 @ BELLEVILLE RENDEZVOUS – Paratico (BS)

Gio.14 @ BIKO – Milano

Ven.15 @ VINILE – Vicenza

Sab.16 @ GLUE –  Firenze

Dom.17 @ CINEMA LUMIERE – Pisa

Ven.22 @ ANGELO MAI – Roma

Sab.23 @ RETRONUVEAU – Messina

Dom.24 @ TEATRO COPPOLA – Catania

Lun. 25 @ BOLAZZI – Palermo

Merc. 27 GODOT ART BISTROT – Avellino

Giov. 28 MORGANA – Benevento

Ven. 29 @ CORVO TORVO – Bitonto

Sab. 30 @ SUPERSONIC – Foligno

 

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