L’Ohrwurm, ci dicono, in tedesco significa “verme dell’orecchio”, ma in realtà va a indicare quelle canzoni che ti entrano in testa e non se ne vanno più, una delle malattie più serie di quest’ultimo secolo senza dubbio. E’ questo il titolo scelto dal trio veneziano Trompe le Monde, che si bagna nell’alta marea indie estraendo sei pezzi suonati (forte) e non cantati, debitori della scena rock più che di quella post rock (ammesso che esista).
Trompe le Monde traccia per traccia
[bandcamp width=60% height=42 album=1344702141 size=small bgcol=ffffff linkcol=0687f5]Partenza in grande stile per Senza clienti, che apre l’ep con un drumming piuttosto roboante, doppiato presto da chitarre psichedeliche. Dopo una prima parte che punta molto sul volume, la seconda si appoggia su svisate di chitarra che schizzano in ogni direzione, salvo poi riprendere la pista originaria del brano.
Potente anche l’ingresso di Doxa, opinione rumorosa e fitta di chitarre, alternate a piccoli momenti di serenità inquieta, se ci si permette l’ossimoro. Il pezzo si presta a qualche divagazione (anche eccessiva) in tema di suonerie di cellulare e risulta alla fine una sorta di divertissement in campo noise.
Acufene (una stagione all’inferno) non abbassa il volume e presenta una base molto compatta che lascia spazio ad alternazione di piano e forte, con il forte che prevale quasi sempre. Almeno fino al finale, meditato e plastico. Blob si apre su voce declamante anti-televisiva e drumming ritmato, che poi lascia in primo piano il potere della chitarra.
Anche all’interno di Festa grande sullo scivolo a spirale c’è una voce, che però rimane alle spalle di un discorso di chitarra non troppo festoso. Più giocosa la seconda parte del brano, che parte per la tangente, tra ritmiche swing e chitarra dedita alla psichedelia. L’ep si chiude con Disfunzione, forse il primo brano interamente cupo del disco, con una coda che prende i colori del malinconico, prima che l’atmosfera si ribalti e diventi di nuovo rumorosa.
Buon esordio per i Trompe le Monde, in grado di suggestionare l’ascoltatore con una performance di buon livello. Forse si esagera qui e là con gli svolazzi, ma pare di capire che la voglia di scherzare non manchi alla band, e non è una caratteristica che ci sentiamo di condannare.