Reverse Context pubblica Hero: il concept album racconta il viaggio dell’eroe attraverso nove brani, ognuno dei quali rappresenta un’istantanea di un mondo crudo e primitivo dentro il quale il nostro eroe muove i passi della propria crescita interiore.

Hero, infatti, racconta l’urgenza di ritrovarsi in un mondo nel quale sembra sempre più che il singolo individuo conti ben poco. E allora riscoprire l’eroe che giace in ognuno di noi può essere la chiave per dare valore alla nostra vita.

Il disco viene arricchito dalle illustrazioni dell’artista Stefano Obino (http://www.obinocomix.com) che catturano l’essenza dei brani intesi come istantanee di un mondo fantastico.Il disco è stato anticipato il 28 giugno dall’uscita del singolo e del videoclip Hero, girato da Jessica Mura, che è entrato nelle selezioni ufficiali di diversi Festival cinematografici internazionali tra i quali il Roma Creative Contest,  il Westfield Film Festival nel New Jersey, e il  Great Message International Film Festival in India, nel quale ha ottenuto il riconoscimento come miglio tema. Qui il link del video https://youtu.be/1drsabu65jM

Reverse Context traccia per traccia

Introduzione di pianoforte e poi arriva il cantato in Hero, canzone che di base è rock ma che gioca un po’ con le sonorità e le ambiguità.

Ci si immerge in atmosfere oscure e mescolate con Lullaby for an Alien, che ha qualche tinta dark wave ma anche un cantato che gradualmente esplode.

Oscilla un po’ anche Smashing Moon, capace però di salire in fretta di colpi, pur portando con sé un suono che è sempre stratificato.

Molto sofferta la seguente A Picture after the Fight, contornata di piccoli suoni sintetici ma con la voce che emerge come protagonista unica.

Il senso di dramma non si dissipa con Lavender’s Blue, anzi si fa più intimo e profondo, con il modello dei Japan che qui emerge in maniera statuaria.

Si decolla verso spazi interplanetari con Wolves R Comin’, passo cadenzato per un lungo strumentale di raccordo.

Do you copy? appare determinata fin dalle prime battute, anche se come sempre non si risparmia qualche tuffo nell’oscurità.

Si riparte subito con On the Highway, che potrebbe essere una pagina del songbook dell’Alan Parson’s Project, con dinamismo e prospettive verso il futuro.

L’album si chiude con If I Used, brano dalle chiari tentazioni orchestrali, giusto culmine per il concept e anche esito ricco di pathos.

Reverse Context pubblica un disco interessante, con sonorità particolari e articolate, portatore di ottime sensazioni e molto studiato nei dettagli.

Genere: alternative

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