Roberto Casalino, “Il Fabbricante di Ricordi”: recensione e streaming
Di Greta Abruzzese
Il Fabbricante di Ricordi, pubblicato da Casa Killer e distribuito da Artist First, è il quarto album in studio di Roberto Casalino, nome forse poco noto, ma che ha la sua importanza nella musica pop italiana.
L’album è una celebrazione dei dieci anni di carriera dell’artista, che lo hanno visto scrivere per nomi come Nina Zilli, Alessandra Amoroso e Marco Mengoni. Contiene i brani di maggior successo nati dalla sua penna, rivestiti di arrangiamenti più rock, dalla voce graffiata di Casalino e da duetti con alcuni degli interpreti originari, per un risultato “dolce amaro”.
Roberto Casalino traccia per traccia
L’apertura con Diamante lei e luce lui calibra subito le aspettative e il tono dell’album, un barcollare fra il super pop all’italiana degli ultimi anni, e una vocalità sporca che si abbina ad arrangiamenti con chitarre e batterie spinte.
Sul Ciglio Senza Far Rumore (feat. Alessandra Amoroso) è una ballad classica; la voce un po’ tremolante di Casalino contrasta invece con le note più ferme dell’Amoroso, con una specie di miagolio complessivo. In realtà, nulla da dire, a parte notare l’occasione persa per armonizzare il ritornello, che poteva rendere tutto un pelo più interessante. I fan dell’Amoroso rimarranno comunque soddisfatti.
Novembre (feat. Giusi Ferreri): Recuperone. Questa versione è decisamente più convincente, con un arrangiamento presente nel ritornello che si amalgama perfettamente con la voce di Casalino. L’apporto di Giusi Ferreri più dovuto che necessario.
Ottima prova di scrittura per Casalino con Per Sempre, interpretazione accettabile, con rievocazione di sonorità appartenenti agli anni ’70 italiani, soprattutto nel ritornello. Il cambio nel bridge, rabbioso, è probabilmente il momento più bello del brano.
Cercavo Amore (feat. Emma Marrone) è sicuramente il brano migliore dell’album, che in questa versione guadagna diecimila punti, perfetto per la voce di Casalino. Arrangiamento rock che strizza l’occhio al pop, con un tappeto strumentale presente e importante. Il tocco sul finale di Emma che urla arrabbiata spinge decisamente e arricchisce il tutto ancor di più.
Con L’Essenziale siamo di fronte, forse, a uno dei brani più importanti della carriera di Casalino, vincitore del 63° Festival di Sanremo, ballad pop che rispetta tutte le regole del genere. Il risultato dell’album ricorda la colonna sonora di Hercules della Disney, interpretata da Alex Baroni.
Anche l’arrangiamento di Magnifico, con Fedez, è riuscito, soprattutto perché non ci si deve nemmeno sforzare a non pensare all’interpretazione di Francesca Michelin; sono due brani quasi completamente diversi. L’apporto di Fedez non arricchisce il brano.
In A Un Isolato da Te spicca la voce ferma di Casalino sulle note più basse, che facilita la comprensione del suo stile, sempre in bilico fra il pop più puro e momenti più spinti tendenti al rock.
Non Ti Scordar Mai Di Me ha un buon basso che riempie e ritma tutto il brano, dando quella minima spinta sensuale. Interessante il cambio strumentale nella seconda strofa, che segue la struttura verso un crescendo di aggressività. Sul finale, tuttavia, la voce non si amalgama bene con il resto.
La voce di Roberto su Mi Parli Piano, con quella di Emma, funziona molto bene. “L’amore è solo un’ossessione, è un vento caldo, troppo caldo che si muore”, a fine dei ritornelli è la frase clou, fondamentale per smuovere l’emotività dell’ascoltatore. Canzone perfettamente pop.
Trova Un Modo (feat. Alessandra Amoroso): nulla di nuovo, a questo punto dell’album è chiara la struttura che Casalino dà ai suoi brani: le regole della musica pop italiana sono perfettamente rispettate, lo sporco e la carica nell’arrangiamento necessari per far funzionare bene la voce di Casalino sui pezzi.
Distratto ha un arrangiamento smooth, con una chitarra inizialmente rilassata, capace di creare ambiente. Al secondo ritornello, si schiaccia il pedale e si va direzione rock, per rientrare, poi, nello smooth. Una strada piena di curve, salite e discese.
L’apporto di Durdast in Ti porto a cena con me si sente, il pianoforte segue le voci e va a formare una perfetta ballad romantica. Anche Giusy Ferreri è più convincente. La veste quasi acustica e l’intrecciarsi dei tre suoni dominanti crea un’atmosfera sognante commovente.
Il risultato finale è un album piacevole all’ascolto, che sicuramente permette di apprezzare le capacità compositive, innegabili, di Casalino, nonché permette di comprendere quale sia l’influenza che la sua scrittura sta avendo nella musica italiana più radiofonica. La giusta risposta alla domanda: “ma perché le canzoni pop italiane sembrano tutte uguali fra loro?”.